
di Paola Pioppi
L’icona mariana è sparita dalla facciata dell’edificio che ospita la scuola d’arte di Cabiate, alla Cittadella della Cultura. Cancellata alcune settimane fa con una decisione presa dall’Amministrazione comunale, fortemente contestata dal gruppo consiliare "Uniti per Cabiate", che ha presentato una articolatissima interpellanza con cui chiede i motivi per cui l’icona è stata eliminata e non recuperata, "senza che la comunità cabiatese ne venisse informata". Per la precisione, la parete dell’edificio è stata tinteggiata per fare spazio a un nuovo murales.
Chiedendo, allo stesso tempo, di "procedere quanto prima al rifacimento della suddetta icona arbitrariamente occultata", che "ben si sarebbe sposata con il progetto di riqualificazione della facciata della Scuola d’Arte".
L’opera - come spiega Martina Giussani, consigliere comunale firmataria dell’interpellanza – era stata commissionata dall’Associazione Arci Il Filologico, promotrice anni fa dell’iniziativa "La riscoperta delle icone mariane". In particolare, in occasione della festa patronale dell’8 settembre 1995, venne commissionato ai madonnari di Asti il restauro dell’affresco murale dell’Assunzione" in piazza Umberto I, e la realizzazione ex-novo di due icone mariane: sulla facciata dell’ingresso posteriore del Centro Giovanile, e una sulla facciata dell’attuale edificio sede dell’associazione Scuola d’Arte alla Cittadella della Cultura. Dove è rimasta fino ad agosto, prima di sparire.
"Riproduceva – spiega l’interpellanza - lo stesso soggetto dell’ancona dell’altare della Madonna della parrocchiale di Santa Maria Nascente, dipinta da Luigi Filocamo e benedetta l’8 settembre 1959. Ma l’elemento che differenziava quella di Cabiate, e che la rendeva unica e originale, era la raffigurazione dell’antica chiesetta di San Giorgio in campagna sullo sfondo, in sostituzione della rappresentazione di Santa Maria Nascente". Gli affreschi murali raffiguranti soggetti sacri, prosegue la consigliera, "erano e sono una dimostrazione di arte religiosa e popolare molto diffusa fin dai primi anni del Novecento, tanto che parecchi sono ancora visibili nei cortili del Comune e agli angoli delle strade". Questi in particolare, furono affidati alla comunità cabiatese con la cerimonia di benedizione impartita dal parroco dell’epoca, don Luigi Oldani.