Landriscina lascia: "Fuori da queste logiche"

In consiglio comunale il commiato del sindaco, tradito dai suoi stessi sostenitori. Otto candidati aspirano alla sua poltrona

di Roberto Canali

In attesa di conoscere chi sarà il vincitore di quella che si annuncia come la campagna elettorale più affollata di sempre in città, non resta che partire dagli sconfitti che sono almeno due: la politica e il sindaco Mario Landriscina. La prima è nei numeri: ben 8 candidati sindaco, 15 liste e 450 in lizza per un posto in consiglio comunale in un città di neppure 85mila abitanti sono il segnale che il tasso di litigiosità che ha contraddistinto gli ultimi cinque anni, ma il conteggio potrebbe partire ben prima, continua a essere altissimo.

Una premessa che non lascia immaginare nulla di buono neppure per il futuro, perché chi oggi litiga e si scambia colpi, anche sotto la cintura, domani dovrà governare, pena altri cinque anni completo immobilismo.

E qui entra in scena il secondo sconfitto, anzi il capro espiatorio di questa campagna elettorale: il sindaco Mario Landriscina fatto fuori dai suoi prima che dagli avversari.

"C’è un tempo per mettersi al servizio e uno per mettersi da parte. Il mio tempo, come quello di altri, è quello di farmi da parte – ha detto nel suo discorso di commiato di fronte all’assemblea cittadina, forse l’unico in cui si è preso gli applausi di tutta l’aula –. Sono lieto di sapere che altri si sono messi ancora in gioco per altre battaglie, perché la città ha bisogno di persone che tutelino le varie correnti di pensiero, che vogliano andare avanti. Chi arriverà si concentri sulle priorità realisticamente sostenibili, altrimenti ricadranno nel mio errore di inesperienza, quando cinque anni fa dicevo che su qualsiasi cosa si sarebbe fatto di tutto. Credo di aver deluso tanti ma mai di aver mentito, questo concedetemelo".

Dopo cinque anni, secondo Landriscina, "la città ha ancora bisogna di tante cure, ma rispetto ad altre realtà Como ha infiniti problemi di meno e ancora tanti da risolvere".

Un addio senza rimpianti, ma forse con qualche rancore per quei politici che l’hanno sempre guardato un po’ come un marziano catapultato dalla società civile. "Qualche volta ho fatto fatica a comprendere il livello politico e lo dichiaro tranquillamente – ha detto Landriscina – non le condanno o le esecro, ma sono contento di essere rimasto fuori da alcune logiche che semplicemente non sono le mie".