Lago di Garda e siccità Chiusi i “rubinetti”

Niente acqua per i canali Virgilio e Seriola utilizzati per l’irrigazione Scelta necessaria per cercare di contenere il costante calo dei livelli

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BRESCIA

Misure straordinarie per gestire un’emergenza senza precedenti, ma l’unica vera speranza resta la pioggia. Da ieri, sono stati “chiusi i rubinetti“ del Garda, dopo che Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) ha disposto la riduzione da 14 a 9 mcs del deflusso dalla centrale di Salionze, il necessario per garantire il deflusso minimo vitale del Mincio. Niente acqua, invece, per i canali Virgilio e Seriola, utilizzati per l’irrigazione, scelta necessaria per cercare di contenere il costante calo dei livelli del Garda, arrivato a solo 44 centimetri sopra lo zero idrometrico a Peschiera del Garda, con un riempimento di poco superiore al 35% (il lago Maggiore è al 38%, quello di Como al 20%, il Sebino al 15,7%, l’Eridio al 23,5%).

In vista della stagione irrigua in partenza ad aprile, a Peschiera si è tenuto l’incontro tra Aipo, Consorzio del Mincio, Consorzio Garda Chiese, Consorzio Territori del Mincio, i Comuni di Nago Torbole (Trento), Sirmione (Brescia), Peschiera del Garda (Verona), e la Comunità del Garda . "È stato un incontro di concertazione – spiega il segretario generale della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa – in cui si è concordato che bisogna adottare ogni misura per il risparmio di acqua. I consorzi mantovani stanno intraprendendo sperimentazioni per la razionalizzazione. Ci ritroveremo tra un mese, confidando in Giove Pluvio, perché risparmiare è fondamentale, ma se non piove non è sufficiente: con un livello poco sopra i 40 centimetri, non si va lontano". La scorsa estate si era riusciti a fermare la discesa del Garda a 22 centimetri sopra lo zero idrometrico, partendo da un livello poco sopra i 90. Il 2023 rischia di essere peggio, visto che le riserve di neve sono ridotte della metà rispetto alla media storica. Il problema si ripercuote a valle: Fondazione Cima (Centro italiano in monitoraggio ambientale) ha stimato che la neve può rappresentare fino al 60% o più dell’acqua che scorre annualmente nei fiumi italiani, come il Po. Ecco perché sul Garda si è già iniziato a correre ai ripari, visto che l’acqua del lago è usata per approvvigionamento idropotabile, per l’irrigazione, per il comparto turistico. Per i prossimi giorni, nelle sezioni principali del fiume Po, si prevede un costante esaurimento dei valori di volumi transitati che saranno prossimi o anche inferiori a quelli di "caratteristica di magra" per le sezioni di Piacenza e Cremona". Il meteo non aiuterà. Nel frattempo, proprio ieri la presidente della Comunità del Garda Mariastella Gelmini, ha incontrato il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, con una delegazione di Comuni ed enti del Garda, per chiedere di accelerare l’esecuzione dei lavori del depuratore del Garda, per "scongiurare una eventuale rottura del collettore". Federica Pacella