La Suominen vuole chiudere I lavoratori scioperano sette giorni

Mozzate, l’annuncio del gruppo finlandese e l’incontro in Confindustria con la risposta dei 92 operai a rischio

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di Roberto Canali

Dopo la doccia gelata arrivata nei giorni scorsi e un incontro interlocutorio nella sede di Confindustria Como, i sindacati hanno deciso di convocare una settimana di sciopero alla Nonwovens Srl di via Corbé, l’azienda di proprietà del gruppo finlandese Suominen che ha annunciato la volontà di voler dismettere l’impianto che dà lavoro a 92 tra operai, tecnici e impiegati.

"La posizione esplicitata dall’azienda durante l’incontro in Confindustria è inaccettabile per noi e per i dipendenti – spiegano i rappresentanti della Femca Cisl dei Laghi, la Filctem di Como e i Cobas –. Per questo dopo lo stato di agitazione iniziato il 10 gennaio scorso, quando la direzione ha comunicato per la prima volta la decisione presa dalla proprietà, abbiamo deciso di proclamare uno sciopero che coinvolgerà tutti i lavoratori e le lavoratrici del sito di Mozzate a partire dall’inizio del primo turno di lavoro di lunedì alla giornata di domenica prossima. Restiamo in attesa di ricevere da parte della società riscontro circa le nostre richieste e in assenza di collaborazione ci adopereremo per organizzare più confronti, anche con la politica locale e i mezzi di comunicazione per far sentire forte la voce dei lavoratori e rivendicare il sacrosanto diritto al lavoro".

Lavoratori e parti sociali non sono per nulla soddisfatti dalle spiegazioni finora fornite dal gruppo che ha il suo quartier generale a Helsinki in Finlandia. "La domanda di prodotti tradizionali in fibra mista in Europa è in netto declino – aveva spiegato la Suominen in una nota -. Produrre tessuti non tessuti sostenibili in modo competitivo richiede risorse e processi di produzione ottimizzati specificatamente per questi prodotti. Le nostre linee dello stabilimento di Mozzate non sono al meglio per i prodotti sostenibili e questo fatto, insieme a un altissimo livello di costi operativi, significa che l’impianto non è competitivo e non ci aspettiamo che la sua competitività possa migliorare in maniera significativa in futuro. Come azienda, valutiamo costantemente le prestazioni e la redditività delle nostre risorse e, nella situazione attuale siamo purtroppo giunti alla conclusione di dover considerare la chiusura della produzione a Mozzate per migliorare la competitività del nostro business europeo". Giustificazioni considerate irricevibili da lavoratori e parti sociali.