È stato un vigile del fuoco fuori servizio ad accorgersi che Ibrahim stava annegando e a buttarsi per primo in acqua per provare a recuperarlo. Stava camminando sul lungolago, ha visto a distanza i cinque ragazzini sulla piattaforma galleggiante, ha continuato a tenerli d’occhio e nel frattempo si è avvicinato perché intuiva che sarebbe potuto succedere qualcosa di grave. Purtroppo non si sbagliava e uno dei ragazzini non è più riemerso. Appena ha visto Ibrahim andare su è giù con la testa, annaspare e sbracciarsi ha raggiunto la piattaforma di corsa, si è tolto le scarpe e i vestiti più pesanti per non andare a fondo e si è tuffato in acqua pure lui per cercare di salvarlo.
Si è immerso ripetutamente per cercare forsennatamente il 13enne, ma l’acqua era troppo torbida a causa delle onde e troppo fredda.
Ha resistito il più a lungo possibile, poi però è dovuto uscire dal lago perché stava cominciando ad accusare i primi segni di ipotermia e avrebbe rischiato di affogare anche lui. In pochi minuti sono comunque arrivati i colleghi di turno. Nonostante fossero equipaggiati di tutto punto anche per loro le condizioni ambientali si sono rivelate molto difficili e hanno impiegato più di un’ora e mezza per localizzare e recuperare Ibrahim.
D.D.S.