Ipnosi, l'arma in più del Sant’Anna per curare le patologie di stomaco e intestino

Il “modello Como”

Una visita al Sant’Anna di Como

Una visita al Sant’Anna di Como

Como, 16 febbraio 2018 - Curare  insieme mente e corpo per riacquistare non solo la salute, ma la voglia di stare bene. Un approccio se non rivoluzionario decisamente nuovo quello messo in pratica all’ospedale Sant’Anna, che è il primo al mondo a utilizzare l’ipnosi, accanto alle tradizionali cure, per affrontare le patologie funzionali dell’esofago, dello stomaco e dell’intestino. Così il lettino dello psicanalista ha fatto il suo ingresso nel reparto di Gastroenterologia dove di solito i pazienti si recano perché hanno problemi di reflusso gastrico, diarrea, stipsi e tutta quella gamma di disturbi digestivi che oltre a complicare la loro vita spesso li rende dipendenti dalla farmacopea.

«Noi non curiamo le malattie ma le persone – spiega il dottor Gian Marco Idèo, gastroenterologo, endoscopista e specializzando in psicoterapia dell’ospedale Sant’Anna, il primo ad avere l’intuizione che si potessero curare meglio i pazienti attraverso un doppio know-how medico e psicologico –. Il paziente/persona non viene più considerato come un oggetto passivo di intervento, bensì come soggetto attivo di guarigione. Il medico/terapeuta gli fornisce le cure mediche più aggiornate e lo aiuta ad attivare le sue specifiche risorse per orientarsi agli obiettivi di guarigione utilizzando la psicoterapia ipnotica». A Manchester e nel South Carolina ci sono strutture operative che utilizzano l’ipnoterapia per trattare pazienti gastroenterologici. Sono però team di area psicologica esterni al servizio di gastroenterologia.

«Noi siamo i primi al mondo ad applicare un approccio multimodale e integrato con cinque professionisti inseriti nel tessuto operativo del servizio di Gastroenterologia – aggiunge Ideò –. Nei vari consessi scientifici e regionali si parla già di “modello Como”». Un progetto reso possibile grazie all’impegno del direttore sanitario dell’Asst Lariana, Fabio Banfi, tra i primi a credere nei benefici di questo doppio approccio. «Abbiamo creato le condizioni per delle reali contaminazioni tra le diverse discipline – sottolinea –. Nel mondo della scienza si chiama “effetto Medici” quella contaminazione di discipline e saperi che permette di ottenere una grande apertura mentale, proprio come accadde nel Rinascimento». La sperimentazione è iniziata nel 2015 e finora già una sessantina di pazienti sono stati coinvolti nel cosiddetto progetto Ash, dall’acronimo di Active subject of healting, ovvero trasformare il paziente in un soggetto attivo di guarigione. Grazie all’ipnosi è possibile rafforzare la voglia di guarire del paziente, stimolando il sistema psicologico, neurologico, endocrino e immunitario. Il paziente può fare un percorso da 8 a 16 sedute, a seconda della complessità del caso, con un ticket da 66 a 132 euro. Le sedute di ipnoterapia hanno una durata di 45 minuti. E il beneficio per i pazienti è talmente concreto che al Sant’Anna stanno pensando di ampliare questo approccio anche ad altre discipline mediche.