PAOLA PIOPPI
Cronaca

Incarico nell’Asst Lariana “pilotato”, direttore indagato per abuso d’ufficio: “Legame personale con la candidata selezionata”

Como, nel mirino Fabio Banfi. Il concorso è risultato bandito nella forma della selezione interna, e non come concorso pubblico

Fabio Banfi

Con l’ipotesi di abuso d’ufficio, la Procura di Como ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a Fabio Banfi, direttore generale di Asst Lariana, l’Azienda socio sanitaria a cui fa capo il territorio comasco. Le accuse del sostituto procuratore Mariano Fadda scaturiscono da una segnalazione giunta in Procura, relativa a un procedimento di assegnazione di un incarico interno, la cui responsabilità era in carico a Banfi, che si era perfezionato a novembre scorso. Nel mirino è finito l’incarico di “direttore dell’unità operativa complessa Qualità e Risk Management", con relativi vantaggi economici derivanti, per il quale sarebbe stato lo stesso Banfi a fare la selezione della figura adatta assegnandola al ruolo.

Andando ora incontro alle accuse della Procura, di non essersi attenuto all’obbligo di astensione, in virtù di un legame personale che avrebbe avuto con la candidata. L’ipotesi di reato parla di "violazione di specifiche regole di condotta" previste dalla legge. In particolare il concorso è risultato bandito nella forma della selezione interna, e non come concorso pubblico con la pubblicazione sul Bollettino di Regione Lombardia e sulla Gazzetta Ufficiale, restringendo così la rosa dei possibili candidati. Dalle indagini è emersa una ulteriore circostanza: la non ammissione alla selezione interna dell’unico candidato che aveva presentato domanda, in aggiunta alla destinataria dell’incarico, la cui valutazione dei requisiti sarebbe stata fatta, secondo la Procura "in modo arbitrario".

Inoltre, a fronte delle rimostranze del candidato escluso, Banfi avrebbe proceduto a una sua riammissione "con  riserva", convocandolo per la prova d’esame il giorno successivo anziché dopo i venti giorni previsti per legge. Questa, alla luce degli accertamenti svolti dalla Procura, è la ricostruzione che viene contestata a Banfi, ora formalizzata con l’avviso di conclusione delle indagini. Difeso dall’avvocato comasco Davide Giudici, avrà ora la possibilità di chiedere un interrogatorio o produrre elementi per rendere la sua versione di quanto accaduto nell’assegnazione dell’incarico, oppure attendere un’altra e successiva fase delle indagini.