Il tribunale ci ripensa e mette sotto sequestro i beni

Dopo la pronuncia della Cassazione all’imprenditore Ezio Vittalini confiscati una villa e un magazzino

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Sequestrati a maggio dello scorso anno, restituiti a giugno, e ora nuovamente messi sotto sequestro. Sono gli immobili di proprietà di Ezio Vittalini, 72 anni di Faloppio, coinvolto in passato in grosse indagini di contrabbando di denaro. Destinatario di un provvedimento di sequestro preventivo, chiesto dal sostituto procuratore di Como Mariano Fadda, di una villa a Faloppio e un deposito a Uggiate Trevano, per un valore di circa 600mila euro, con l’ipotesi che avesse trasferito la proprietà dei propri beni ai figli e alla moglie, per evitare la confisca da parte dello Stato e aggirare le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione antimafia.

Tuttavia lo scorso anno, il Tribunale del Riesame di Como aveva annullato il provvedimento, ritenendo che appariva "arduo sostenere che gli immobili trasferiti dal Vittalini ai familiari, costituiscano il prodotto di una ricchezza illecitamente accumulata". Secondo la difesa, che aveva proposto il ricorso accolto lo scorso anno, tali proprietà erano state acquisite tra 1994 e 1998, molti anni prima del coinvolgimento di Vittalini nelle indagini svolte nel 2015. Tuttavia la Corte di Cassazione a gennaio ha accolto il ricorso presentato dalla Procura, annullando il provvedimento del Riesame e rimandando a Como il procedimento: dove ora il Tribunale del Riesame, in nuova composizione, ha nuovamente disposto il sequestro. In particolare, i giudici della Suprema Corte avevano accantonato la valutazione della sproporzione tra i beni posseduti e reddito, puntando il dito sull’intestazione fittizia degli immobili ai familiari e la simulazione delle donazioni, avvenute dopo l’indagine del 2015, in cui viene ravvisata una intenzione elusiva. Paola Pioppi