Il grido d’allarme dai sindaci: "Pochi i segretari comunali"

La carenza di segretari comunali a Bergamo rischia di compromettere le attività amministrative e le opere finanziate dal Pnrr. I sindaci chiedono proroga per evitare gravi ripercussioni.

Il grido d’allarme dai sindaci: "Pochi i segretari comunali"

Il grido d’allarme dai sindaci: "Pochi i segretari comunali"

Una situazione critica, che rischia di avere ripercussioni sulle opere finanziate dal Pnrr e sull’intera “macchina“ amministrativa. Nella Bergamasca mancano segretari comunali, figura fondamentale per le attività degli enti. Sono attivi 34 segretari comunali per 243 Comuni. Troppo pochi. Dall’ultimo concorso nazionale, chiuso nel 2023, sono in arrivo 10-11 segretari (attualmente stanno svolgendo un corso di formazione). Forniranno un discreto rinforzo, ma non saranno sufficienti. La situazione rischia di aggravarsi in estate, quando i Comuni singoli o associati fino a 5mila abitanti, i piccoli Comuni, potrebbero perdere il proprio segretario comunale. Scadrà infatti la possibilità di prorogare ulteriormente la titolarità dei segretari comunali di fascia C a esercitare il proprio ruolo nelle realtà fino a 5mila abitanti. Con gravi ricadute sul proseguo delle opere Pnrr. I segretari che già a luglio-agosto si troverebbero in questa situazione nella Bergamasca sono 5. I Comuni coinvolti 17. I sindaci che potrebbero ritrovarsi senza segretario hanno scritto alle sottosegretarie di Stato Wanda Ferro e Sandra Savino, al capo dipartimento per gli Affari Interni Claudio Palomba, al direttore centrale per le Autonomia Caterina Amato, ad Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Anpci (Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani).

Chiedono di prorogare la titolarità dei segretari comunali di fascia C almeno per tutta la durata del Pnrr, fino al 30 giugno 2026. "Noi - spiega il sindaco di Vigano San Martino, Alfredo Nicoli (foto) - abbiamo un segretario in convenzione con un altro Comune; da luglio, dovremmo rinunciare al segretario e trovarne un altro, lui trovare un altro paese e ripartire così tutti da zero".

Michele Andreucci