PAOLA PIOPPI
Cronaca

Il colpo in pasticceria fallì. Tentata rapina, 3 indagati

Como, al laboratorio nella notte si presentarono in due incappucciati e armati. Le indagini della Mobile hanno individuato anche il presunto basista.

Il colpo in pasticceria fallì. Tentata rapina, 3 indagati

Il colpo in pasticceria fallì. Tentata rapina, 3 indagati

Alle 4.25 del 18 luglio 2022, due uomini con il volto coperto con un passamontagna scuro, armati di una pistola semiautomatica e di uno storditore elettrico, avevano fatto irruzione nel laboratorio della pasticceria Vago di viale Giulio Cesare. Gli unici due dipendenti presenti erano stati minacciati e immobilizzati, legandogli le mani con fascette elettriche. Ma la rapina programmata, era stata vanificata da un dettaglio non previsto: l’ufficio in cui erano installate le casseforti era protetto da una porta blindata, di cui nessuno aveva le chiavi. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Como, sono arrivate ieri a notificare l’avviso di conclusione a tre indagati, accusati in concorso di tentata rapina aggravata e di sequestro di persona. Sono ritenuti rispettivamente i due i basisti, e l’esecutore materiale del colpo fallito, che avrebbe agito assieme a un complice la cui identità al momento non è ancora nota.

I primi due sono Natale Di Terlizzi, 65 anni di Tavernerio, cognato del titolare dell’attività, e Michele Ciuffreda, 58 anni di Como, mentre Gianni Vitelli, 72 anni di Colverde, al momento viene sospettato di essere uno degli esecutori materiali dell’incursione. Ieri, nel notificare gli avvisi di conclusione delle indagini, sono state fatte perquisizioni che hanno portato al ritrovamento di una pistola taser e di circa un chilo di marijuana a casa di Vitelli, che è stato ulteriormente denunciato a piede libero per detenzione abusiva di arma e di stupefacenti. Il sostituto procuratore di Como Antonio Nalesso, che coordina le indagini, basate su una serie di riscontri raccolti dalla Squadra Mobile, contesta ai tre indagati le aggravanti di aver agito con armi e con il volto coperto, con violenza contro i dipendenti, e a tarda notte.

I due dipendenti, quando i rapinatori erano fuggiti, erano stati ulteriormente minacciati, intimandogli di attendere alcuni minuti prima di liberarsi e di chiamare aiuto, per consentire la fuga ai banditi. Ora i tre indagati, dopo aver preso atto degli elementi che li accusano, potranno decidere se chiedere di essere interrogati per dare una risposta a quanto gli viene attribuito.