BEATRICE RASPA
Cronaca

"I cacciatori rispettano le regole Chi controlla no: stop agli abusi"

Brescia, Federcaccia e Cacciatori Lombardi incontrano un legale e denunciano "episodi aberranti"

BRESCIA

di Beatrice Raspa

Venerdì scorso avevano manifestato in mille sotto la prefettura. Ieri sono tornati alla carica per rendere pubblici nuovi, "aberranti episodi, degni di uno Stato di polizia", nell’ambito di un incontro nello studio dell’avvocato Alberto Scapaticci. "Ho ricevuto 11 nuovi incarichi per altrettante denunce di cacciatori in 10 giorni" dice il penalista, con accanto i presidenti di Federcaccia Brescia Marco Bruni e dei Cacciatori Lombardi Eugenio Casella.

Quasi tutti per presunte violazioni delle norme attinenti agli uccelli inanellati, che "puntualmente finiscono in nulla. Io non sono un cacciatore, ma qui ci sono in gioco diritti garantiti dalla Costituzione che vengono lesi". I rappresentanti delle 21mila doppiette bresciane si dicono preoccupati per un clima "persecutorio", fatto di "abusi continui" ai danni della categoria. "La caccia è legale, chi la pratica deve stare alle regole. Anche i controllori però". Nello specifico s’intendono quelle che disciplinano controlli e perquisizioni. "Nessuno vuole delegittimare i carabinieri o gli agenti venatori, ma l’articolo 14 della Costituzione stabilisce che il domicilio possa essere violato da forze pubbliche solo se se autorizzati dal magistrato, salvo emergenze giustificate da fatti gravi, per esempio la ricerca di armi o droga. E anche in presenza di decreto, il perquisito ha la facoltà di farsi assistere da una persona o un avvocato di fiducia. Tutto questoquando si parla di cacciatori non vale. Autorizzazioni retrodatate, controlli eseguiti da agenti armati che fanno irruzione senza divisa e sequestrano cellulari". L’ultimo caso venerdì scorso, a Sarezzo. "14 forestali Soarda di Roma in un’abitazione col presupposto che fosse in atto un maltrattamento. Senza autorizzazione. Hanno chiamato un ufficiale di Ats per fare accertamenti, non avendo ravvisato illeciti lo hanno denunciato per interruzione di pubblico servizio e falso. Prepotenze, che a volte sfociano in violenze anche nei confronti degli animali. Capita si ritrovino con le zampe spezzate, se non uccisi. Questi pubblici ufficiali rischiano una denuncia per violenza privata e furto dei cellulari. Non si permettano poi gli animalisti, per voce di Michela Brambilla, di dire che a Brescia c’è il maggior numero di bracconieri, e che è impudente manifestare". I controlli “fuori controllo“ sembra intendano mettere con le spalle al muro soprattutto i 7mila capannisti. "Ci sentiamo dire tanto prima o poi vi facciamo smettere – stigmatizza Bruni – Ci accusano di continuo di manomissione di sigilli che la Regione impone per i richiami vivi ma gli anelli distribuiti dall’ente pubblico sono sballati". E Casella: "Se la prendono con le fascia più debole, i capannisti sono spesso anziani soli".