Como, evaso in fuga: tecnologia in campo per trovare Riella

Dopo il possibile ferimento, si è alzato in volo anche il drone dei vigili del fuoco che realizza immagini ad alta definizione

Massimo Riella

Massimo Riella

Gravedona ed Uniti (Como) - Per tre giorni, lo status di Massimo Riella è cambiato: non più evaso ricercato da carabinieri e polizia penitenziaria, ma persona potenzialmente bisognosa di soccorso. Così le sue ricerche sono state attivate con un criterio diverso: quello che si adotta quando una persona sparisce e si teme possa essere ferita. Un protocollo per il quale è stato utilizzato un drone con ottica di precisione di proprietà dei vigili del fuoco, unico in Italia, capace di realizzare immagini ad altissima definizione anche a distanza di centinaia di metri. Per tutta la giornata di ieri, ha sorvolato il luogo in cui venerdì sera è avvenuto l’incontro tra Massimo Riella, suo padre Domenico, e l’agente di polizia penitenziaria che è riuscito ad avvicinarlo, esplodendo alcuni colpi di pistola quando è fuggito.

Ciò che è accaduto quegli ultimi attimi, è oggetto di due versioni discordanti: secondo l’agente di penitenziaria, gli spari sarebbero stati esplosi verso l’alto, secondo il padre di Riella invece, ad altezza uomo, al punto da convincerlo che suo figlio potrebbe essere stato ferito o addirittura ucciso. Motivo per il quale lunedì ha presentato denuncia di scomparsa ai carabinieri di Gravedona. Una prima vasta ricognizione svolta dai militari nel luogo dell’incontro, in una zona impervia e boschiva sopra Brenzio, non ha fornito nessun elemento a sostegno di un potenziale ferimento dell’evaso. Non sono state trovate tracce di sangue, segni di proiettili, indizi che potessero in qualunque modo orientare le ricerche o ricostruire l’accaduto. Così ieri è sceso in campo il super drone. Partendo dal punto in cui è avvenuto l’incontro, e dribblando curiosi che ormai quotidianamente popolano i boschi in cui si nasconde un fuggiasco come se fossero un parco giochi, l’apparecchio ha sorvolato l’intera zona, coprendo un raggio compatibile con la possibilità di spostamento di un ferito, e andando anche oltre. Con un risultato analogo a quello del giorno precedente: nessuna presenza umana. Ora gli investigatori osserveranno attentamente le immagini ad alta definizione scattate dalla fotocamera del drone, ma nel frattempo le indagini su Massimo Riella sono tornate a considerarlo un detenuto per rapina aggravata, evaso e ricercato.