
L'atleta Giulia Sussarello, campionessa di Padel, in campo con la maglia della nazionale italiana (Foto Qtf)
Quando il padel in Italia era ancora uno sport poco conosciuto al grande pubblico lei era già competitiva e vincente. Ogni sport ha i suoi pionieri e in Italia, nel settore della racchetta corta, tra questi c’è sicuramente Giulia Sussarello. L’atleta comasca, classe 1992, ha una bacheca ricca di titoli, un best ranking internazionale al numero 38 ed è un simbolo della Nazionale azzurra. Nell’ultimo anno ha vissuto la gioia della maternità: la sua carriera ha preso un andamento diverso, ma ha continuato a collezionare risultati e vittorie.
Facciamo subito un passo indietro, al 2024, un anno magico.
“Sì, il 2024 è stato particolare e bellissimo. Un anno che mi ha regalato Andrea, l’emozione più grande della mia vita. Tornare a giocare è stato complicato. Ma ho voluto farlo pochi mesi dopo il parto di fine marzo. A giugno ero già in giro a disputare tornei. Quando sono in campo il pensiero di mio figlio mi dà una forza in più da incanalare in modo positivo”.
Cosa comporta essere una mamma-atleta?
“Sicuramente viaggiare per il mondo con un bambino così piccolo non è facile. Ci deve essere sempre qualcuno con me, per badare a lui quando gioco. A livello economico tutto questo è molto difficile e quindi ho dovuto ridurre gli impegni. Io tra l’altro ho deciso di continuare ad allattare mio figlio. Voglio “vivermi“ appieno Andrea, che in questo momento è la cosa più importante. Nonostante tutto riesco a giocare a padel e a portare avanti la mia passione. Sono comunque soddisfatta, sapevo che tornare ad essere un’atleta al 100% era complicato. Ma i risultati comunque arrivano”.
La vittoria più recente pochi giorni fa a Desenzano, nel prestigioso circuito italiano Slam by Mini insieme a Caterina Baldi. Che coppia siete?
“Con Caterina quest’anno abbiamo giocato e vinto entrambe le tappe dello Slam by Mini. Ci troviamo molto bene, c’è un’ottima sintonia. Siamo due persone calme in campo e riusciamo a trasmetterci tranquillità reciproca. In questo modo è più facile superare i momenti difficili durante una gara”.
Quali obiettivi ha in questa seconda parte del 2025?
“Un obiettivo è appunto vincere le fasi finali dello Slam by Mini. Poi vorrei riuscire a difendere il titolo ai campionati italiani di fine anno, dove sono campionessa in carica. A livello internazionale chiaramente non ho pretese di scalare la classifica. Ma in quei pochi tornei che giocherò punto a dare il massimo. E infine spero nella convocazione in Nazionale per la Euro Padel Cup”.
A proposito di Nazionale, cosa manca in generale al movimento italiano per raggiungere il livello di Spagna e Argentina?
“Ora siamo la terza forza, anche se ci stiamo avvicinando abbastanza all’Argentina. Certo la Spagna resta molto lontana. Rispetto a loro ci mancano tanti anni di padel passati. Però credo che in futuro potremo giocarcela. Sono in nazionale dal 2017 e penso che il livello di padel italiano si sia alzato parecchio. Abbiamo tante giocatrici con qualità tecniche diverse e questo crea un gruppo solido e competitivo”.
Nel 2032 forse il Padel sarà sport olimpico. Cosa significherebbe per lei?
“Parto dal dire che il presidente Carraro (il numero 1 della Federazione Internazionale Padel, ndr) sta lavorando tantissimo per far sì che ciò possa accadere tra sette anni. Per me è sempre stato un sogno. Anche se credo rimarrà tale visto che eventualmente nel 2032 avrò 40 anni. Però spero che nel prossimo futuro si possa formare un gruppo di ragazzi forti. Io e altri siamo stati gli apripista di questo bellissimo sport. Per portare avanti il padel ora servono i giovani”.