Como, ristoratore stellato arrestato: "Maspero aveva anche chiesto contributi pubblici"

Como, oggi l’interrogatorio dell'uomo accusato di bancarotta. Il giudice ha ravvisato un intenso pericolo di reiterazione dei reati

Giovanni Maspero

Giovanni Maspero

 

Como, 29 aprile 2022 - È previsto per questa mattina, davanti al gip di Como Andrea Giudici, l’interrogatorio di garanzia di Giovanni Maspero, l’imprenditore comasco di 47 anni, finito mercoledì mattina agli arresti domiciliari, accusato di una serie di reati tributari e di bancarotta derivante soprattutto da inadempienze tributarie e previdenziali, connessi alle sue molteplici attività. Tra queste, il ristorante I Tigli in Theoria, a cui anche quest’anno è stata confermata la Stella Michelin. Società per la quale non avrebbe versato 170mila euro di ritenute fiscali relative all’annualità 2018, così come avvenuto anche per altre attività a lui riconducibili, tra cui la Prima Comunicazione di Olgiate Comasco, inadempiente per circa un milione di euro.

Assistito dal suo avvocato, Giuseppe Sassi, avrà la possibilità di entrare nel merito delle contestazioni per le quali il giudice ha emesso misura cautelare, oppure al contrario, potrà decidere di avvalersi della facoltà di non rispondere, in attesa di valutare con più calma il contenuto degli atti di indagine raccolti finora a suo carico, scaturiti dagli accertamenti svolti dalla Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di finanza, coordinato dal sostituto procuratore Antonia Pavan. A carico di Maspero, il giudice ha ravvisato un "intenso pericolo di reiterazione dei reati", sia per quanto riguarda la potenziale distrazione patrimoniale delle società, sia sotto il profilo della "sistematica sottrazione di ingenti risorse all’erario".

Ma il giudice aggiunge che "da oltre un decennio, Maspero si finanzia sistematicamente a spese dei contribuenti, vive e gestisce le sue numerose imprese sulle spalle della collettività, ha sempre evaso le tasse e i contribuiti e sottratto risorse alla comunità nazionale: e ciò malgrado, non ha esitato a richiedere con spregiudicatezza il contributo pubblico per il sostegno all’occupazione nelle sue imprese". Per questo, viene considerato "persona pericolosa non solo per la collettività, ma anche per le sue stesse imprese e i loro creditori".