
L’accordo con l’Italia è meno favorevole rispetto a quello siglato con la Francia che estende la possibilità dello smartworking fino al 40%
È stata inserita in un disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri la ratifica del protocollo di modifica dell’accordo tra Italia e Svizzera per lo smartworking dei lavoratori frontalieri. Ai frontalieri è consentito lavorare da casa fino al 25% del proprio monte ore senza perdere il loro status, com’era stato stabilito ormai un anno fa dal vertice tra il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e la consigliera federale svizzera Karin Keller-Sutter. L’intesa è retroattiva e si applica dal gennaio 2024 comprendendo anche i vecchi frontalieri che in questo modo potranno continuare a essere tassati solo dalla Svizzera.
L’esplosione nei numeri del telelavoro transfrontaliero risale al 2020 quando a migliaia di lavoratori italiani che ogni giorno si recavano in ufficio oltreconfine fu chiesto di rimanere a casa e svolgere le loro mansioni da remoto. Allora i due Paesi stipularono un accordo amichevole, poi rinnovato mensilmente, per evitare l’intervento del fisco italiano, poi nel dicembre del 2022 la Segreteria di Stato Svizzera comunicò che l’intesa non sarebbe stata prorogata e così è iniziato il confronto che ha portato alla revisione della normativa e al raggiungimento di un nuovo accordo.
L’accordo prevede una soglia del 25% di lavoro al proprio domicilio superata la quale l’autorità l’Inps acquisisce la facoltà di richiedere all’azienda svizzera l’incasso del relativo contributo in Italia. Nel primo trimestre del 2025 il 13,9% delle offerte di lavoro pubblicate sui siti di ricerca impiego del Canton Ticino prevedeva l’opzione del telelavoro che viene largamente impiegata in tutta la Svizzera. Anzi da questo punto di vista l’accordo raggiunto con l’Italia è meno favorevole rispetto a quello siglato con la Francia che estende la possibilità dello smartworking fino al 40% del monte ore.