PAOLA PIOPPI
Cronaca

Fabrizio Russo, preso lo scroccone degli hotel di lusso. Come è stato riconosciuto

Il 46enne ha alle spalle una lunga lista di “pacchi” tirati su e giù per l’Italia. Ma al Padel Resort gli è andata male

Un interno del Padel Resort di Como; nel riquadro, Fabrizio Russo

Como, 20 luglio 2024 – A febbraio era stato condannato dal giudice di Como per un fatto identico, ma ora Fabrizio Russo, noto in tutta Italia per la sua capacità di soggiornare in hotel, preferibilmente di lusso, e non pagare, è stato nuovamente denunciato.

L’uomo, 46 anni, origini napoletane e residenza a Padova, mercoledì si è presentato al Padel Resort di via Paoli a Como, prendendo una stanza per una notte. Alla reception, quando gli sono stati chiesti i documenti per la registrazione, ha detto di averli dimenticati, proponendo di inviare una mail con i dati e gli estremi del documento.

Per rendersi più credibile, ha inoltre detto di essere un rappresentante di un noto marchio di abbigliamento sportivo e di trovarsi a Como per lavoro. Il mattino successivo ha poi chiesto di prolungare la sua permanenza per altre tre notti, evitando così di dover saldare subito il conto, salvo però caricare i bagagli in auto.

Ma nel frattempo il direttore dell’hotel lo aveva riconosciuto, grazie a un’intervista che Russo aveva rilasciato a un programma televisivo, nel quale si parlava esattamente della sua attitudine a pernottare con tutti i comfort e poi non pagare, che lo ha reso ormai celebre in tutta Italia, almeno all’interno del settore alberghiero. Ha così avvisato la polizia, e poco dopo gli agenti della Squadra Mobile si sono presentati in hotel, fermando l’uomo che era già salito in auto. Russo ha quindi cercato di saldare il conto con un bonifico istantaneo, ma l’operazione gli è stata negata per mancanza di fondi sul conto corrente.

Portato in Questura, è stato identificato, scoprendo che le generalità che aveva fornito all’hotel erano false e che quelle vere erano legate a svariate segnalazioni di reato e atti da notificare provenienti da tutta l’Italia.

È stato così denunciato per sostituzione di persona e insolvenza fraudolenta, e raggiunto da un foglio di via obbligatorio della durata di 3 anni dalla città di Como. Ma è nulla rispetto ai 32 emessi dal Questore di Bolzano per altrettanti Comuni. A febbraio, il giudice di Como lo aveva condannato a 6 mesi di reclusione per una insolvenza fraudolenta relativa a 13 giorni di pensione completa non pagati all’albergo Dongo: 1.440 euro di conto, mentre a Treviso, solo per citare i fatti più recenti, si sarebbe lasciato alle spalle un saldo di 380 euro per due notti trascorse in un b&b.

In un’intervista di alcuni mesi fa, quella che gli è stata fatale a Como, si autoassolveva dicendo di aver commesso qualche "leggerezza", dichiarandosi pronto a saldare i conti in sospeso. Ma, allo stesso tempo, rivelava le strategie utilizzate negli anni: "Mi presento sempre come un professionista che deve pernottare per motivi lavorativi – spiegava – meglio se rappresentante di grosse aziende". Per poi aggiungere: "A volte veniva fatta una preautorizzazione al pagamento, ma poi erano gli albergatori a dimenticarsi di confermarla, e io nel frattempo andavo via". Una dimenticanza di altri dunque, non una sua fuga. Quanto ai nomi falsi – Lisso, Rossi, Musso, Tusso – "succedeva che il mio cognome venisse scritto male o storpiato, e alcune volte ho fatto finta di niente…".