DANIELE DE SALVO
Cronaca

Ecco la Casa di comunità Uno spazio protetto dedicato ai malati cronici

Il nuovo servizio sarà costruito vicino all’ospedale San Leopoldo Mandic. A piano terra guardia medica, poliambulatori, consultori e sedi di associazioni.

di Daniele De Salvo

Un ospedale vicino all’ospedale. È stato presentato nei giorni scorsi il progetto della futura Casa di comunità di Merate, che sorgerà nella stessa area dell’ospedale San Leopoldo Mandic, al posto dell’attuale palazzina che un tempo ospitava ambulatori e uffici amministrativi e che verrà rasa al suolo e ricostruita tutta da capo.

L’obiettivo è realizzare uno spazio protetto dove assistere pazienti e malati cronici che non necessitano di essere ricoverati in ospedale, ma che non possono essere dimessi e lasciati a casa da soli o a carico dei familiari e di quanti li assistono.

La struttura si svilupperà su due piani. Al piano terra troveranno posto poliambulatori, consultori medici, ambulatori per prelievi e vaccinazioni, sedi di associazioni di volontariato e i servizi delle cure primarie e di continuità assistenziale, come la guardia medica. Sopra ci sarà l’ospedale di comunità vero e proprio, un luogo di degenza a bassa intensità di cura dove i pazienti saranno assistiti da oss e infermieri e, all’occorrenza, da un camice bianco di guardia, ammesso che si riescano a reclutare vista la penuria di operatori sanitari. Le attuali rimesse per le ambulanze verranno invece demolite per realizzare un passaggio pedonale.

Ad illustrare ai consiglieri comunali come sarà la Casa di comunità ci ha pensato l’architetto Maria Giulia Vairetti dell’Asst di Lecco, a cui fa capo il nosocomio meratese, intervenuta durante l’ultima riunione della commissione Ambiente e Territorio.

"Rispetto al padiglione attuale, la Casa di comunità sarà leggermente più ampia – riferisce la professionista –. In ogni modo sarà ben armonizzata nel contesto". L’edificio sarà più arretrato rispetto alla strada in confronto alla costruzione attuale. Dovrà inoltre rispondere ai criteri del risparmio energetico e del basso impatto ambientale, perché l’intervento è finanziato con fondi del Pnrr, il Piano nazionale di resistenza e resilienza.

Il tempo tuttavia stringe, ci sono precise scadenze da rispettare per non perdere l’opportunità degli stanziamenti statali e in poche settimane occorre che le tavole definitive vengano depositate in municipio per essere analizzate e ottenere tutti i permessi necessari. Salvo imprevisti, i lavori dovrebbero cominciare nel 2024 e terminale nel 2026.