
di Paola Pioppi
Conferma delle accuse, delle modalità mafiose con cui gli imputati hanno agito nelle estorsioni e nei pestaggi, e di quel disegno di infiltrarsi con violenza e imposizioni nella gestione della sicurezza dei locali pubblici di piazza Garibaldi a Cantù. Una riduzione della pena per quattro imputati, la conferma per gli altri cinque. Ieri a Milano si è concluso il processo di Appello nei confronti dei nove imputati accusati dalla Dda di Milano, al termine delle indagini dei carabinieri di Cantù, di una serie di pestaggi, aggressioni, estorsioni per innumerevoli consumazioni non pagate nei locali pubblici tra l’autunno 2015 e il 2016 in piazza Garibaldi a Cantù. Condotte che avevano il fine, secondo le accuse, di imporre i loro buttafuori nella gestione della sicurezza. Per Giuseppe Morabito, 32 anni, origini calabresi e residenza a Cantù, condanna a 13 anni e 9 mesi rispetto ai 18 del primo grado di Como. Era accusato di aver creato uno stato di terrore con l’obiettivo di ottenere la gestione dei buttafuori di bar e discoteche. Rispondeva di associazione mafiosa assieme ad altri due imputati: Domenico Staiti, 45 anni e Rocco Depretis, 23 anni.
Per loro i giudici di Appello hanno stabilito una condanna finale rispettivamente a 14 anni e 7 mesi e a 13 anni e 11 mesi, per entrambi in continuazione con il ferimento a colpi di pistola di Ludovico Muscatello, avvenuto a Cantù il 10 ottobre 2015, accogliendo la richiesta dall’avvocato Jacopo Cappetta. Aggressione avvenuta nello stesso contesto, considerata l’episodio scatenate della successiva presenza del gruppo di Morabito nei locali della piazza, per la quale Staiti e Depretis erano già stati condannati a 8 e 7 anni, ormai definitivi.
Il Tribunale ha inoltre significativamente ridotto la pena di Luca Di Bella, 28 anni di Vertemate con Minoprio, portandola dai 7 anni del primo grado, a 5 anni e 7 mesi con la concessione delle attenuanti generiche. Conferme per tutti gli altri imputati: Antonio Manno, 23 anni di Cantù 9 anni e 8 mesi, che si aggiungono ai 12 anni già rimediati in precedenza per il tentato omicidio di Antonio Giacalone, barista di Cantù ferito a colpi di fucile nell’estate 2016. Stessa pena di Valerio Torzillo, 24 anni di Cermenate, mentre per Manuel Zuccarello, 29 anni di Cermenate, 8 anni e 8 mesi di reclusione, 7 anni e 8 mesi per Jacopo Duzioni, 26 anni di Cermenate. Questi ultimi tre e Di Bella, si trovano ai domiciliari, gli altri cinque imputati sono detenuti.