DONGO (Como) – Ci sono luoghi in cui la storia sembra essersi fermata. A Dongo di sicuro finì la parabola di Benito Mussolini fermato e preso in consegna dai partigiani sull’autocolonna tedesca in fuga. Anche per questo la sezione comasca dell’
Anp i, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia, aveva dato per scontato la partecipazione del Comune al comitato per l’organizzazione degli 80 anni della Liberazione, in programma il prossimo 25 aprile. Invece il Comune ha deciso di declinare l’invito. Mai come in questo caso l’assenza pesa più della presenza dei venti sindaci, sui 147 della provincia di Como, che hanno già comunicato la loro adesione.“Non posso che esprimere stupore e amarezza – spiega Manuel Guzzon, presidente provinciale di Anpi Como – ognuno è libero di aderire o meno al nostro invito, ci mancherebbe altro, ma ci chiediamo come e se intendono festeggiare il prossimo 25 aprile, l’80°, a Dongo e Cantù, che sono gli unici due Comuni della provincia di Como che si sono premurati di dire di “no“ con tanto di delibera di Giunta. Non capisco davvero su quali basi visto che il nostro era un invito molto serio, fatto a nome dell’Anpi e dell’Istituto di storia contemporanea Pier Amato Perretta, proprio per prepararci tutti insieme a celebrare un evento, la Liberazione, che appartiene a tutti e unisce il Paese. Non voglio fare polemica, ma vorrei ricordare a tutti i sindaci che hanno giurato sulla Costituzione che si fonda proprio sui valori della Resistenza e dell’antifascismo”.
Non sfugge al confronto il primo cittadino di Dongo, Mauro Robba, eletto con una civica di centrodestra: “Non ho nulla contro l’Anpi, ma sono molto impegnato, anche nella veste di presidente della Comunità Montana, per questo ho preferito comunicare che non avrei fatto parte di questo comitato. Non sono stato il solo perché mi risulta che anche diversi altri sindaci del lago non hanno aderito. Ho comunque fatto sapere all’Anpi che il nostro Museo della Fine della Guerra aderirà e anche il Comune è pronto a partecipare alle iniziative che vorranno comunicarci e che valuteremo”.
Proprio a Palazzo Manzi, nella piazza di Dongo, dove fu ufficializzato l’arresto di Benito Mussolini e dei gerarchi della Repubblica Sociale Italiana, e pochi giorni prima, sempre nell’aprile del 1945, fu utilizzato come camera ardente per le esequie di alcuni partigiani del posto vittime di un’imboscata, è nato da alcuni anni il Museo della Fine della Guerra.
“Un viaggio virtuale e interattivo nei meandri di una delle pagine più controverse della storia italiana”, come recita il sito. “Certo che mi riconosco nei valori della Resistenza che però, è la storia a dircelo, non era solo di sinistra – conclude il sindaco –. Il nostro museo fa parte dei percorsi della Resistenza e insieme a casa Cervi, il Museo Storico della Resistenza di Sant’Anna di Stazzema e altri siti fa parte della rete dei Paesaggi della Memoria. Ogni anno organizziamo eventi e convegni, con storici illustri come Paolo Pezzino della Fondazione Parri. Siamo già al lavoro anche per il 25 Aprile”.