
Il dottor Andrea Lombardo, primario dell’Unità di Terapia intensiva
San Fermo (Como), 13 ottobre 2020 - Quest’estate sotto l’ombrellone ci siamo illusi che anche il Covid si fosse preso una lunga vacanza, ma è bastato il rientro in ufficio e a scuola per far impennare la curva dei contagi. Solo adesso che anche all’aperto siamo costretti a girare con la mascherina ben indossata sul viso ci siamo resi conto che l’incubo è tornato e siamo alle porte della seconda ondata. "In realtà il Covid-19 non se n’è mai andato – spiega il dottor Andrea Lombardo, primario dell’Unità di Terapia intensiva dell’ospedale Sant’Anna – in questi mesi sono scesi i numeri dei ricoveri, soprattutto nei reparti come il nostro, ma il contagio non si è mai arrestato. Il tipico comportamento di un virus con il quale saremo costretti a convivere fino al vaccino".
All’Asst Lariana la guardia non è mai stata abbassata, anche se con il calo della curva epidemiologica sono stati chiusi o smantellati alcuni reparti Covid aperti durante l’emergenza. Fino alla scorsa settimana erano ricoverate 14 persone nel reparto di Malattie Infettive del Sant’Anna e altre 6 al Felice Villa di Mariano Comense, in quest’ultimo caso pazienti Covid asintomatici o debolmente sintomatici in attesa di completare la quarantena fino alla negativizzazione. Nei giorni giorni scorsi però l’ospedale ha deciso di riattivare dieci posti letto nell’area Chirurgica 3.
«La decisione è legata al fatto che Asst Lariana è stata individuata da Regione Lombardia già a giugno come centro di riferimento per il territorio comasco visto che siamo dotati delle unità operative di Malattie Infettive, Pneumologia e Terapia intensiva. In tutta la regione ci sono 5 hub Covid a cui fanno riferimento 17 ospedali presenti sul territorio, nel nostro caso il riferimento è il Sacco di Milano". Oggi al Sant’Anna non ci sono pazienti Covid in Terapia intensiva, ovvero intubati e sedati, ma sono presenti malati di Covid ricoverati nel reparto di Malattie infettive che respirano con l’aiuto del caschetto con l’ossigeno.
«La situazione è in evoluzione, ma siamo pronti e rispetto all’emergenza della primavera scorsa sappiamo di più di questo virus – prosegue il dottor Lombardo – Per la cura vera e dovremo attendere il virus, ma esistono delle profilassi e dei farmaci che hanno dimostrato una certa efficacia. Ciò detto è meglio evitare il virus e per questo è indispensabile indossare la mascherina, lavarsi frequentemente la mani e seguire tutte le indicazioni sul distanziamento sociale. Rispetto al passato sono a disposizione anche nuovi strumenti per la diagnosi oltre al tampone e anche la capacità di tracciare il contagio e risalire ai focolai è migliorata. Tutti insieme possiamo rallentare la corsa del virus e tenere la curva epidemiologica sotto controllo. Anziani e categorie a rischio faranno bene anche a vaccinarsi contro l’influenza".