Roberto Canali
Cronaca

Covid: boom di contagi nella casa di riposo a Olgiate Comasco

La struttura si isola in una bolla e denuncia: "Solo il Comune ci ha dato una mano"

Anche a Bellagio la Rsa si è autoisolata

Olgiate Comasco, 11 novembre 2020 - Sono stati costretti a chiudersi in una bolla operatori e ospiti della casa di riposo di Olgiate Comasco, dopo che l’80% è risultato positivo. "Il contagio è largamente diffuso tra gli ospiti e gli operatori – conferma la direttrice Luisa Corti – per fortuna le condizioni di salute sono in graduale miglioramento. Dei 7 decessi registrati nelle ultime settimane tre erano estranei alla malattia e altri 4 hanno riguardato ospiti con plurime patologie per i quali il Covid ha rappresentato l’atto finale. Tre ospiti sono in condizioni critiche, ma stabili e anche in questo caso il Covid si inserisce su un quadro clinico già fortemente compromesso. Ora, nessun ospite è a rischio di vita per causa esclusiva del Covid-19. Venerdì è stata registrata la prima negativizzazione al tampone di una paziente positiva". Da 4 giorni, la palestra è stata adibita a dormitorio per gli operatori che ne hanno fatto richiesta. Cinque dipendenti hanno lasciato le famiglie per trasferirsi nella Rsa e vi permarranno sino al termine dell’emergenza. «Stante l’estrema carenza di personale, sono in servizio h24 e stanno effettuando doppi turni senza badare all’orario, rinunciando ai riposi spettanti – prosegue la direttrice -. Chi non ha potuto separarsi dal nucleo familiare perché genitore di bimbi piccoli o con anziani in casa non dimora qui ma continua a lavorare con la stessa disponibilità a sforare gli orari e ad effettuare turni aggiuntivi". La Protezione civile di Olgiate Comasco ha dato una mano alla casa di riposo fornendo i letti per i dipendenti che hanno scelto di trascorrere all’interno la quarantena, come il sindaco che è in costante contatto con la struttura che con i suoi 72 ospiti e 65 dipendenti è diventato il principale focolaio del paese. "Delle altre istituzioni non vi è alcuna traccia e addirittura ieri, per difficoltà organizzative, non ci sono stati consegnati i dispositivi di protezione individuale che, a partire da maggio, vengono distribuiti alle rsa – conclude la direttrice -. Fortunatamente, dall’inizio della pandemia ad oggi, abbiamo messo in atto una rigorosa ed incessante politica di acquisto dei dispositivi e quindi il nostro lavoro non ne risulterà intaccato, ma la circostanza è indicativa del fatto che le istituzioni non siano in grado di sostenerci. Usciremo da questa emergenza grazie all’eccezionale impegno dei nostri operatori".