
Il sindaco di Como Mario Landriscina medico e per anni responsabile del 118
Como, 17 novembre 2020 - Nelle ultime settimane i numeri del Covid sono esplosi anche in provincia di Como, relativamente toccata dalla fase uno della pandemia che la primavera scorsa aveva martoriato soprattutto Bergamo e Brescia. La scorsa settimana si è addirittura stabilito il record di casi, con 1.356 positivi registrati in un solo giorno, ma è soprattutto l’aumento dei ricoveri negli ospedali, in reparto e nelle terapie intensive, a preoccupare per non parlare della triste conta delle vittime del Covid, almeno un centinaio nell’ultimo mese. "Purtroppo i numeri ci dicono che l’asse della pandemia si è spostato rispetto alla primavera scorsa – riflette il sindaco Mario Landriscina, che mai si sarebbe atteso dopo una vita spesa per organizzare il servizio 118 e il dipartimento di Emergenza e Urgenza del Sant’Anna, di trovarsi a vivere da sindaco la più grave crisi sanitaria degli ultimi cent’anni - Siamo nell’occhio del ciclone insieme a Varese, Monza e Milano per fortuna siamo inseriti in un sistema efficiente e come nella fase uno siamo stati i nostri nosocomi a dare una mano, in termini di posti letto e professionalità, alle zone più colpite, adesso sono gli altri a garantirci assistenza".
Anche dal suo ufficio a Palazzo Cernezzi il sindaco non ha potuto fare a meno di seguire e condividere le preoccupazioni dei colleghi ancora impegnati in prima linea. "Rimango un medico e quella è stata la mia vita e insieme la mia famiglia per quarant’anni, mi sono sentito spesso in questi mesi con i miei colleghi e so bene gli sforzi straordinari che stanno facendo con la professionalità e l’abnegazione che li contraddistingue. Purtroppo l’emergenza sanitaria è solo uno degli aspetti di questa pandemia, da considerare c’è anche l’emergenza economica. Il Comune è in prima linea ma i nostri studenti sono limitati, abbiamo congelato e ridotto le imposte locali per dare una boccata d’ossigeno ai negozianti e le altre categorie in crisi, ma le richieste di aiuto da parte di chi non ha più un lavoro stanno aumentando e rischiano di farsi drammatiche nei prossimi mesi. Ci attende un inverno molto lungo che dovremo affrontare decidendo se mantenere queste restrizioni, che riducono il rischio di contagio ma deprimono l’economia, oppure riaprire sapendo che poi magari tra qualche settimana ci ritroveremo nelle condizioni di dover chiudere tutto. Nessuna scelta purtroppo sarà indolore".