REDAZIONE COMO

Como, protestano gli agenti della Penitenziaria al Bassone

Stato di agitazione proclamato congiuntamente dai sindacati della polizia penitenziaria del carcere Bassone, per protesta contro la gestione della Casa Circondariale di Como

Agente della penitenziaria al Bassone

Como, 7 giugno 2016  – Stato di agitazione proclamato congiuntamente dai sindacati della polizia penitenziaria del carcere Bassone, per protesta contro la gestione della Casa Circondariale di Como. «Diversi – spiega il comunicato divulgato in queste ore - sono gli interventi sindacali di questi mesi, su cui nessuno però sembra volersi prendere la responsabilità di rispondere o di assumere provvedimenti adeguati. Mancato rispetto delle regole, delle delibere della Commissione Arbitrale, utilizzo della mobilità del personale secondo logiche anomale, non rispondenti a quelle concordate, sperequazioni nei turni di servizio, eccetera. Insomma tutte questioni ben dettagliate nelle corrispondenza pregressa ma, inspiegabilmente, mai affrontate da chi detiene la responsabilità di farlo». A questo si aggiungerebbero situazioni contingenti di difficile gestione: «E' di questi giorni – spiegano le organizzazioni sindacali - la notizia di un soggetto che sta generando non pochi problemi al personale.

Alcuni giorni fa si è reso protagonista di autolesione e aggressione nei confronti degli agenti. Il giorno successivo ha addirittura sferrato un pugno sul viso all'agente in servizio di vigilanza e ancora dopo si è reso protagonista di gravi autolesioni che ne hanno determinato il ricovero urgente, per provvedere alle cure necessarie. Una volta dimesso, il detenuto è stato ricondotto presso la stessa camera e nelle medesime condizioni di prima, senza alcuna prevenzione o precauzione aggiuntiva. L'auspicio era quello che, nel frattempo, la direzione avesse attivato le procedure per un allontanamento del detenuto. Così non è. A tutela della incolumità e della salute del personale tutto, chiediamo un intervento immediato dei Superiori Uffici affinché il detenuto sia trasferito in una struttura idonea , e che ordine sicurezza tornino ad essere elementi garanti della vita intramuraria».