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Como, neonato con rara malformazione operato e salvato al Sant'Anna

“Durante la degenza, Amir già a pochi giorni dall’intervento ha iniziato ad alimentarsi spontaneamente e il 18 giugno lo abbiamo dimesso”, riferiscono dall’Asst Lariana

L'ospedale Sant'Anna

Como, 23 giugno 2020 - Amir ha 20 giorni ed è venuto alla luce con una rara malformazione congenita - l’atresia delle coane nasali - che interessa la parte posteriore del naso, con la perdita della comunicazione tra le narici e le vie respiratorie inferiori, e che ha una prevalenza di circa 1 caso su 12mila nati in Europa. Il piccolo è stato salvato da un intervento chirurgico eseguito dalla Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Sant’Anna di Como. “Durante la degenza, Amir già a pochi giorni dall’intervento ha iniziato ad alimentarsi spontaneamente e il 18 giugno lo abbiamo dimesso”, riferiscono dall’Asst Lariana. “L’ostruzione che viene a crearsi può essere monolaterale o bilaterale, a seconda che interessi una o entrambe le fosse nasali posteriori - spiega Maurizio Bignami, primario di Otorinolaringoiatria e docente all’Università dell’Insubria, uno degli specialisti coinvolti nel caso di Amir - Se bilaterale, come nel caso in questione, risulta incompatibile con la vita perché il neonato, che respira prevalentemente con il naso, presenta una grave difficoltà respiratoria che richiede immediatamente l’intubazione oro-tracheale. Per permettere la respirazione, si provvede quindi all’inserimento di una cannula oro-faringea in attesa dell’intervento chirurgico, che deve comunque essere eseguito nei primi giorni di vita del neonato”. Il piccolo Amir è stato sottoposto a intervento chirurgico di plastica di atresia coanale il 3 giugno e l’intervento è stato eseguito da Bignami e dal suo aiuto, Alberto Arosio, con il contributo di Andrea Di Francesco, chirurgo maxillo-facciale con consolidata esperienza in malformazioni pediatriche.

“L’intervento - sottolinea Bignami - è stato eseguito con tecnica endoscopica, mininvasiva attraverso le piccole narici del bimbo, utilizzando una strumentazione microchirurgica ed evitando così una eccessiva cicatrizzazione che potrebbe portare ad una recidiva della condizione”.