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Como, sempre più lontano il sogno della città universitaria sul lago

Il Politecnico ha chiuso quattro delle cinque facoltà aperte in riva al lago e l’Insubria ha perso posizione nella classifica delle migliori università italiane

Studenti a Como

Como, 4 gennaio 2017 - Non bastava il calcio, retrocesso in serie C e rimasto senza un padrone, adesso a rischio c’è anche il sogno di Como città universitaria, sempre più lontano da quando il Politecnico ha chiuso quattro delle cinque facoltà aperte in riva al lago e l’Insubria ha perso posizione nella classifica delle migliori università italiane. Un 2017 che parte male per il mondo dell’università a Como: prima il calo delle matricole e ora addirittura la chiusura di intere facoltà, con gli studenti lariani che per terminare il loro percorso di studi saranno costretti a trasferirsi a Milano. Il danno è duplice perché Como, insieme alle facoltà di Ingegneria Ambientale, Gestionale, Geomatica e Design ha dovuto rinunciare anche ad alcune centinaia di studenti che si erano trasferiti in città grazie all’Erasmus e alle borse di studio.

Così la città si è risvegliata il primo gennaio scorso due volte più povera: di cultura e dell’indotto portato dai ragazzi costretti a trasferirsi in città per motivi di studio. Del resto il Politecnico se l’era legata al dito fin dal 2014, quando Palazzo Cernezzi scelse di destinare i fondi messi a disposizione di Fondazione Cariplo, ben 5 milioni di euro, alla sistemazione del parco di Villa Olmo anziché alla creazione di un campus nell’area San Martino. In questi anni nulla di concreto è stato fatto per garantire un futuro all’università sul Lario e così da Milano hanno tratto le loro conclusioni. Non sorride neppure l’Insubria che si è conservata nei numeri, non come il Politecnico passato da 1.700 studenti ad appena 500, ma è scivolata nella classifica delle migliori università italiane stilata dal Sole 24 Ore, passando nel giro di un anno dal 27° al 32° posto.

A penalizzare l’ateneo comasco e varesino soprattutto la sua scarsa attrattività nei confronti delle nuove matricole. Solo il 3,8% di loro infatti scegli Como e Varese emigrando per motivi di studio da un’altra regione, mentre la capacità di attrarre risorse per progetti di ricerca, che è ferma a un misero 0,7%. Con pochi studenti non c’è sta stupirci se l’Insubria si colloca, nella classifica delle migliori università italiane, agli ultimi posti anche per numero di professori di ruolo impiegati. Decisamente per Como il 2017 non sembra essere un anno da 110 e lode.