
Como caldo in città, turisti
Ci voleva un sindaco civico per fare ciò che a Como andava fatto da tempo: dichiarare finita l’era della giungla turistica. Alessandro Rapinese, al timone dal 2022 con la sua lista civica, ha deciso che sulla riva lariana più famosa d’Italia non si può più andare avanti così, con orde di cacciatori di clienti che trasformano il lungolago in un suk dove si mercanteggia per ogni cosa, dalla pizza al giro in barca.
La giunta comasca ha approvato una modifica al regolamento di Polizia urbana che fa tremare i polsi a chi ha trasformato l’arte dell’adescamento turistico in una professione. Da oggi è ufficialmente bandita la figura del “buttadentro”, quel personaggio che staziona fuori dai locali pubblici come un segugio, pronto a saltare addosso al primo visitatore che mostra un minimo di esitazione davanti a un menu. Chi verrà sorpreso in questa pratica sarà soggetto a sanzioni il cui importo verrà stabilito prossimamente.
Ma la rivoluzione non si ferma qui. Il sindaco Rapinese ha deciso di prendere di petto anche il business delle escursioni sul lago. Sulla pubblica via, così come in luoghi pubblici o aperti al pubblico, sarà vietata qualsiasi forma di promozione di attività di trasporto stradale, nautico o aereo. Un colpo durissimo per le decine di operatori che sul lungolago fermano i turisti per vendergli un’ora di navigazione sulle acque che videro nuotare Plinio il Vecchio.
Per rendere completo l’assalto al disordine turistico, la giunta ha esteso il divieto di promozione di queste attività anche all’interno di bar, tabaccherie e alberghi, eliminando così anche gli ultimi avamposti della propaganda nautica.
Infine, un colpo di scure è calato anche sui gruppi organizzati. Le guide dovranno gestire comitive non superiori a 25 persone – una dimensione che per chi conosce le vie strette del centro storico comasco appare comunque considerevole – e dovranno farlo senza alcuna amplificazione della voce. Insomma, niente più plotoni di turisti che marciano compatti dietro a una bandierina, bloccando strade e accessi a edifici pubblici, guidati da voci gracchianti in altoparlanti portatili.
È la fine di un’epoca per Como, che per anni ha oscillato tra il desiderio di accogliere i visitatori portatori di ricchezza e l’insofferenza per una pressione turistica che ha trasformato la città in un palcoscenico permanente, dove gli attori principali raramente sono i comaschi. Resta da vedere se queste misure riusciranno davvero a ridare decoro alla città o se si riveleranno soltanto un altro capitolo nella lunga battaglia tra turismo e vivibilità.