Como boccia i partiti: il sindaco è Rapinese

Dopo aver escluso a sorpresa dal ballottaggio il candidato di centrodestra, al secondo turno i cittadini scelgono il civismo

Migration

di Paola Pioppi

Alessandro Rapinese è il nuovo sindaco di Como: a notte fonda, i risultati parziali e non ufficiali del ballottaggio, hanno restituito un progressivo e netto distacco rispetto a Barbara Minghetti, fino a decretare quella certezza a cui manca solo l’ufficialità delle conferma che giungerà a spoglio concluso. L’affluenza definitiva degli elettori, 25mila e 788 i votanti definitivi, pari al 35,74 per cento (leggermente inferiore al 35,83 del ballottaggio tra Mario Landriscina e Maurizio Traglio del giugno 2017), ha premiato Rapinese, per la terza volta candidato sindaco in 15 anni con la sua lista civica, ma per la prima volta arrivato fino al ballottaggio, sfidando la candidata del centrosinistra Barbara Minghetti.

Lo spoglio, anche se parziale e non definitivo, ha mostrato fin da subito un progressivo distacco tra Rapinese e la candidata comasca, che rappresentava la coalizione Pd, Lista Minghetti-Svolta Civica, Europa Verde, Como Comune, Agenda Como 2030. A cui il ballottaggio ha consegnato meno dei 12mila voti del primo turno, con esiti inferiori alle aspettative anche nei seggi in cui sembrava essere favorita. Pochi minuti dopo la mezzanotte, quando i numeri confermavano l’impossibilità di rimonta per la lista Minghetti, sono iniziati i primi festeggiamenti all’interno del quartier generale della lista Rapinese, ormai certamente eletto sindaco di Como e avanti in tutte le sezioni, che per la prima volta arriva alla guida di Como con una lista civica. A mezzanotte e mezza, l’esito finale sembrava assestato su una percentuale di circa il 55% per Rapinese, 44% della Minghetti.