
Il rendering dell’ampliamento del nuovo Sinigaglia sul lungolago
Le osservazioni della Soprintendenza sul nuovo Stadio Sinigaglia saranno certamente ben accolte dai residenti, che ad aprile si sono costituiti in un "Comitato di tutela zona stadio", e mobilitati per sollecitare una maggiore attenzione alla tutela di un quartiere che è custode di opere architettoniche e artistiche legato al periodo Razionalista, di grande pregio e valore storico, realizzate e implementate nel tessuto urbanistico di quell’area, con un preciso equilibrio nel rispetto dei valori dell’estetica urbana del territorio.
Un organismo spontaneo, privo di connotazioni politiche, che si è costituito con il preciso obiettivo di "salvaguardare l’integrità e la funzionalità dell’equilibrio urbano della viabilità della città di Como", e in particolare attorno al nuovo tempio del calcio lariano. Le conclusioni a cui è giunta la Soprintendenza, che non solo ridimensionano l’imponenza dell’impianto, ma gli impongono una rivisitazione dettata esattamente dalla necessità di rispettare l’estetica dei luoghi e i loro equilibri progettuali, sia storici che attuali, sembrano andare esattamente nella direzione invocata dagli stessi residenti e dai cittadini che si sono uniti per dare voce a questa richiesta. Il nuovo progetto, vista la sua delicata collocazione, dovrà quindi rispettare logiche di rispetto culturale e dei luoghi, prima che commerciali o ludiche.
Il Comitato, nel suo tentativo di creare anche un dibattito pubblico, andava esattamente in questa direzione: perseguire "una visione lungimirante, in cui lo sviluppo urbanistico non sia meramente speculativo, ma generi valore condiviso e protezione del territorio per le generazioni future, a discapito di una prospettiva di un nuovo stadio multifunzionale, di dimensioni e impatti sproporzionati o con funzioni commerciali e turistiche eccessive".
Pa.Pi.