Musso, ridusse la madre in fin di vita: a processo

Aveva accoltellato ripetutamente la donna, senza un apparente motivo, prima di andare al bar

Carabinieri

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Musso (Como), 15 luglio 2019 - Aveva accoltellato ripetutamente la madre, senza un apparente motivo, riducendola in fin di vita. Ora Julian Volskaia, trentaduenne originario di San Pietroburgo, si avvia verso il processo per tentato omicidio, chiesto con giudizio immediato dal sostituto procuratore di Como Antonio Nalesso. La sera del 9 maggio, i carabinieri erano intervenuti assieme al 118, chiamati dai residenti, per soccorrere Inna Volskaia, cinquantottenne di origine russa, che da qualche tempo aveva preso casa a Musso, in località Croda.

Poco prima la donna era corsa in strada in gravi condizioni, chiedendo aiuto, dopo essere stata raggiunta da una raffica di coltellate al volto, alla testa, al polmone e al collo che il suo convivente le aveva assestato, per poi lasciarla ferita in fin di vita e andarsene al bar.

Gli inquirenti avevano inizialmente identificato l’uomo in Petru Cuzmin, rumeno di 37 anni, senza capire quale fosse la relazione tra i due, che si erano trasferiti a Musso di recente e dividevano la stessa casa. Salvo poi scoprire, nelle ore successive, che il documento di cui era in possesso l’uomo era falso, e che si trattava del figlio della vittima, identificato in Julian Volskaia, 32 anni.

Per avere certezza della relazione di parentela tra i due, sono stati disposti anche accertamenti del dna, utilizzando gli effetti personali trovati nella piccola abitazione che i due condividevano a Musso, tra cui gli spazzolini da denti. Ora, a conclusione di tutti gli atti, la Procura ha chiuso le indagini e chiesto il processo per il trentaduenne.

L’aggressione era avvenuta alle 22.30, ma l’uomo era stato trovato due ore più tardi, in giro a piedi, con ancora addosso la maglietta sporca di sangue, che girava a zonzo dopo essere stato al bar. «Ero ubriaco da due giorni» aveva detto al giudice tre giorni dopo, durante l’interrogatorio di convalida del suo arresto, aggiungendo che si ricordava di aver aggredito la donna, ma non i dettagli di quell’accoltellamento ripetuto. L’aveva colpita con un coltello da cucina sulla soglia di casa, e poi rincorsa mentre cercava di sottrarsi alla sue violenza, mentre chiedeva aiuto scappando verso le abitazioni dei vicini.

Ma altrettanto vago era stato quando gli era stato chiesto di spiegare i motivi di quell’aggressione: «Quando ero piccolo mi picchiava», avrebbe detto, senza però spiegare cosa fosse accaduto quella sera. Ora Julian Volskaia, che si trova detenuto in carcere al Bassone, dovrà decidere se procedere con il processo a dibattimento, o se chiedere il rito abbreviato, facendosi giudicare in base ai soli atti di indagine.