“L’Amministrazione Rapinese chiude due asili nido della città e lo annuncia nel giorno internazionale della donna, notoriamente giornata di rivendicazione anche di tutti quei servizi di welfare in grado di supportare le famiglie, e spesso solo le donne, nel lavoro di cura". Così intervengono le rappresentanze sindacali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, attraverso i rappresentanti, rispettivamente Stefania Macrì, Nunzio Praticò e Antonio Durante, in merito alla decisione del Comune.
Si tratta del Magnolia di via Passeri, che cesserà l’attività al termine dell’anno scolastico, e del Coccinella di via Bellinzona a Monte Olimpino, la cui chiusura è invece prevista dal 2025. L’obiettivo, secondo il sindaco, è quello di accorpare le scuole meno frequentate.
“Una decisione – proseguono i sindacati – assurda e tesa a smantellare il sistema capillare di asili nido che avevano fatto di Como una città all’avanguardia, dalla Giunta Spallino in avanti: 10 asili nido pubblici nei quartieri a garantire sussidiarietà territoriale. L’idea di servizi di welfare alla cittadinanza di questa Giunta è inesistente. Si preferisce tagliare e accorpare in “macronidi“ invece che ampliare i servizi di quartiere vicini alle famiglie".
“Una scelta antistorica in un momento in cui l’Unione europea chiede all’Italia di ripensare il sistema dello 0-3 anni considerato che solo il 33% dei bambini italiani accede al nido, contro il 50% e più di Spagna e Francia e il 70% di Olanda e Danimarca. Riteniamo che chiudere i servizi ai più piccoli sia l’ennesimo errore di questa Amministrazione, sempre più lontana dalle esigenze delle famiglie che sostiene di rappresentare". Annunciando battaglia, "con genitori e lavoratori, perché i nidi di Como rimangano aperti e pubblici".