ROBERTO CANALI
Cronaca

Centri commerciali: i nostri negozianti beffati

Dura presa di posizione delle associazioni di categoria che chiedono al Governo di rivedere il Dpcm. "Discriminazione inaccettabile"

di Roberto Canali

Stanno facendo il countdown in attesa dell’ingresso della Lombardia in zona gialla negozianti e commercianti che sperano di recuperare, almeno in parte, il tempo e gli affari persi nell’ultimo mese e mezzo. La fine di un incubo per tanti, ma non per tutti visto che le serrande dovranno continuare a rimanere abbassate per i negozianti che hanno le loro attività all’interno delle gallerie di centri commerciali. "Oltre al danno la beffa verrebbe da dire, questi commercianti hanno tutto il diritto di lavorare e chiedono di poter essere messi nelle stesse condizioni dei loro colleghi – spiega il direttore generale di Confcommercio Como, Graziano Monetti – Per questo Confcommercio e altre associazioni di categoria hanno chiesto al Governo di rivedere l’ultimo Dpcm, almeno nella parte che riguarda quella che rischia di essere una discriminazione inaccettabile".

Sono a rischio centinaia di attività commerciali in provincia di Como. "Stiamo parlando di imprenditori che pagano affitti molto elevati proprio per la loro presenza all’interno di queste strutture dove, oltre ai controlli ordinari, ci sono regole ancor più restrittive proprio per la necessità di rispettare le regole di affluenza imposte dal centro commerciale. Per non parlare del fatto che a rischio di sono anche i posti di lavoro dei loro dipendenti". Ha scritto una lettera aperta a Giuseppe Conte anche l’amministratore delegato di Kasanova Spa, Maurizio Ghidelli. "All’interno dei centri commerciali chiudono i negozi ma rimangono aperti supermercati e al loro interno è consentito vendere tutte le categorie merceologiche, lasciando così la strada spianata alle vendite web non italiane, che traggono un vantaggio da queste decisioni destabilizzanti. Chiediamo al Governo di appianare urgentemente queste disuguaglianze che rendono impossibile alla classe imprenditoriale di competere tra pari. Stiamo parlando del destino di centinaia di migliaia di persone che vivono del lavoro svolto nei centri commerciali e che, dovendo chiudere a dicembre, dovranno affrontare una situazione difficile e faticosissima".