Campione d'Italia vende tutto, i suoi tesori messi all'asta

In attesa che da Roma arrivi qualche segnale dopo la chiusura del casinò, il Comune è in crisi. Ci sono beni immobili per quaranta milioni di euro

Il Casinò

Il Casinò

Campione d'Italia (Como), 3 novembre 2018 - In attesa che Roma decida sul da farsi Campione d’Italia sta finendo letteralmente all’asta. A prendere la decisione il commissario prefettizio Giorgio Zanzi, anche se la via d’uscita era stata individuata mesi fa dall’allora sindaco Roberto Salmoiraghi quando, il giugno scorso, nell’impossibilità di chiudere il bilancio era stato obbligato a dichiarare lo stato di pre dissesto. Da allora la situazione non è migliorata, anzi, così adesso a Campione hanno deciso di vendere il patrimonio comunale. Un tesoretto costituito per la maggior parte da beni immobiliari che sulla carta vale quasi 40 milioni di euro, anche se difficilmente nelle casse del Comune arriverà mai una cifra del genere. I pezzi più pregiati sono l’area porto e il lido sui quali è stata fatta una stima per 14 milioni di franchi (oltre 12 milioni di euro) poi c’è Villa Mimosa, proprio di fronte al casinò, che verrà messa in vendita a una base d’asta di quasi 7 milioni di franchi (oltre 6 milioni di euro).

Pensare che fino a un anno fa, quando la casa da gioco era aperta e gli affari se non proprio a gonfie vele permettevano al sistema Campione di tirare avanti, si era pensato addirittura di trasformare l’immobile in una sorta di dependance del Casinò dedicata ai giocatori cinesi. Poi ci sono una sessantina di appartamenti comunali, valore stimato 20 milioni di franchi (oltre 17 milioni di euro), alcuni dei quali il Comune già in passato aveva provato, senza successo, agli inquilini che nella maggior parte dei casi sono anziani o famiglie in difficoltà. All’asta finiranno anche le due ville donate dall’ex sindaco Carlo Franchini, per un valore di oltre 2 milioni di euro, una in paese e l’altra a Bordighera, sulla riviera ligure. Vittima dei tagli anche la Pro Campione, alla quale il commissario ha tolto gli uffici che negli anni erano diventati un punto di riferimento per i turisti in visita all’ex clave.

«Nonostante abbiamo messo a disposizione il nostro lavoro ad un orario anche super ridotto, solo sabato e domenica, il commissario non ritiene utile mantenere neppure un punto informazioni a Campione – è il commento amaro delle due dipendenti ora senza lavoro - Cade quindi un’istituzione che Campione aveva ottenuto dalla regione Lombardia con un decreto appositamente studiato per poter avere una azienda turistica non legata alla provincia, Abbiamo richiesto una formale sospensione del nostro lavoro mantenendo comunque in essere l’azienda, ma nulla. Bisognerà andare a Como per avere informazioni turistiche su Campione. Peccato e non per il lavoro perso, ma per la possibilità di rilancio del territorio che comunque ha ancora un prezioso e meraviglioso patrimonio storico e artistico».