Carimate, operaio comunale ucciso da una moto mentre insegue un maialino: sindaco a processo

Giacomo Carpignano, 54 anni, era in mezzo alla strada per bloccare l’animale che stava creando pericolo alla circolazione quando venne travolto da una Kawasaki

Il tribunale di Como

Il tribunale di Como

Carimate (Como) – Era stato travolto da una moto mentre inseguiva un maialino scappato al proprietario, senza utilizzare cartelli di segnaletica stradale o le protezioni previsti in caso di recupero di animali.

Giacomo Carpignano operaio di Mariano Comense, 54 anni e tre figli, dipendente come stradino del Comune di Carimate da 25 anni, era morto il 3 aprile 2021, dopo otto mesi di coma. Non si era, infatti, più ripreso dopo il tragico investimento.

L’incidente che lo aveva ridotto in una condizione irreversibile, era avvenuto il 20 luglio 2020 in via Papa Giovanni XXIII a Carimate, dove una Kawasaki Er-6N, guidata da Mirko Terraneo, 43 anni di Cantù, lo aveva investito poco dopo una curva.

Carpignano era appena sceso dal suo veicolo e si trovava in mezzo alla strada, assieme a un collega, con cui stavano inseguendo un maiale incustodito che stava creando pericolo per la circolazione.

Ieri il conducente della moto ha deciso di patteggiare 9 mesi di reclusione sostituiti da lavori di pubblica utilità, a fronte di un risarcimento già perfezionato da parte della sua assicurazione.

Hanno invece scelto il rinvio a giudizio gli altri due imputati, ossia il sindaco Roberto Allevi, 73 anni, che secondo le indagini condotte da Ats Insubria, aveva impartito l’ordine di mettere in sicurezza la strada in cui vagava l’animale, e il responsabile dell’area tecnica del Comune, ritenuto anche responsabile della sicurezza sui luoghi di lavoro. L’accusa, per loro, è di omicidio colposo derivante dalla mancata valutazione dei rischi sui luoghi di lavoro, in relazione alla mancata adozione di segnaletica, protezioni e precauzioni previste nelle operazioni di recupero di animali vaganti.

Entrambi rigettano le accuse di aver avuto una responsabilità nella condotta di Carpignano, e hanno deciso di andare a dibattimento, con rinvio a giudizio a ottobre. Nel processo si sono costituiti parte civile i familiari, vale a dire la moglie e i tre figli, uno dei quali ancora minorenne, assistiti dagli avvocati Francesca Binaghi e Valentina Sgroi.