
In casa, da solo, senza vita da almeno un mese. La sua morte è stata causata certamente da un malore, o comunque da cause naturali, ma per accorgersi che Carlo Cappelli, pensionato di 77 anni di Canzo, da tempo non si vedeva, sono dovute trascorrere settimane. Fino a ieri sera, quando i Vigili del fuoco, su richiesta del 118, hanno forzato la porta dell’abitazione di via Puccini, e lo hanno trovato. Seduto, immobile in quella posizione in cui il malore lo ha colpito. Un decesso per cause naturali, senza ombra di dubbio, così come stabilito fin da subito fa chi ha svolto il sopralluogo: la Polizia Locale di Canzo, assieme ai soccorritori del 118, e il medico, che ha anche datato il possibile periodo del decesso: circa un mese.
Le condizioni dell’uomo, a una prima vista, avevano fatto ipotizzare che fosse morto da molto più tempo, essendo ormai mummificato. Ma la valutazione del medico ha fatto un po’ di ordine nelle prime ipotesi. Cappelli viveva da solo, facendo i conti, a quanto dicono i vicini, con qualche problema di relazioni. Non era strano che si barricasse in casa e che rifiutasse qualunque forma di socialità: non appare quindi una sorpresa, a chi lo conosceva, che il suo decesso sia passato sotto silenzio per settimane. Ma la scoperta della sua morte, e le condizioni in cui si trovava all’interno dell’appartamento, hanno immediatamente consentito di stabilire che si è trattato di una causa naturale, forse un infarto, senza bisogno di fare ulteriori accertamenti.
Il magistrato di turno della Procura di Como è stato avvisato, e sarà sua facoltà decidere se disporre eventuali esami, ma nel frattempo si sta cercando di rintracciare e avvisare i familiari di Cappelli. Non è il primo caso di questo genere scoperto nel Comasco. A febbraio dello scorso anno, in una sua villetta alla periferia di Como, era stata trovata senza vita Marinella Beretta, seduta su una sedia del soggiorno da almeno due anni. Anche lei colpita da un malore che non è stato possibile qualificare con più precisione, anche lei sola e senza parenti, con una cassetta delle lettera ormai straripante e la vegetazione del giardino che aveva invaso il marciapiede.