Cantù, il video su You Tube li inchioda: rapinatori condannati

Sei e sette anni di pena per i due marocchini di 19 e 22 anni riconosciuti da un filmato pubblicato sui social

Polizia

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Cantù, 24 settembre 2022 -  Lo avevano strattonato e scaraventato a terra mentre stava risalendo sulla sua auto, la mattina del 25 ottobre dello scorso anno, per rapinargli la Golf da cui si era assentato un attimo. Aymene Radi, 19 anni e Yassine Selloum, 22 anni, entrambi marocchini senza fissa dimora, per quella aggressione, sono stati ora condannati rispettivamente a 6 e 7 anni di reclusione, con rito abbreviato, dopo essere stati riconosciuti grazie a un video pubblicato su YouTube. La rapina dell’auto era avvenuta vicino al centro commerciale Cantù 2000, dove un uomo di 72 anni aveva accostato per un impellente bisogno, lasciando per alcuni minuti le chiavi inserite nel quadro di accensione. Radi e Selloum, assieme a un terzo complice mai identificato, gli si erano avventati contro mentre l’uomo stava ritornando verso il veicolo, lo avevamo strattonato, gettato a terra e rapinato della macchina con cui erano sfrecciati a forte velocità diretti verso Milano. Nell’abitacolo, erano rimasti il suo portafogli con 200 euro e le carte di credito, vari documenti personali e il telefono cellulare. Una volta giunti a Milano, a mezzogiorno erano stati inseguiti da una pattuglia della polizia stradale che li aveva visti passare a velocità elevatissima, avevano tamponato un’auto in via Aldo Moro e abbandonato la Golf rapinata a Cantù. La loro cattura era avvenuta la sera alle 18.30, quando avevano commesso un’altra rapina, questa volta alla stazione ferroviaria di Seveso: avevano avvicinato due giovani passeggeri, minacciandoli con un coltello per farsi consegnare un paio di occhiali da sole e un monopattino.

Ma questa volta erano stati arrestati in flagranza. Quest’ultima rapina era stata ripresa dalle telecamere e il video caricato su YouTube a indagini concluse: i due erano stati quindi riconosciuti dalla polizia di Milano che li aveva inseguiti, e collegati anche all’aggressione di Cantù: tutto avvenuto lo stesso giorno, con gli stessi abiti addosso. Inoltre Radi, che si era messo alla guida della Golf, era stato anche riconosciuto dalla vittima. Erano finiti in carcere a fine dicembre, dove si trovano ancora oggi. Il giudice, nel motivare la misura cautelare, parlava di una "condotta particolarmente odiosa, tale da denotare indole predatoria, brutalità e una personalità criminale che, se rapportata alla giovanissima età, risulta di particolare allarme sociale e porta a ritenerli incapaci di rispettare le regole degne di una civile convivenza".