Como, il 'cancello anti clochard' spacca la città

Divisa al suo interno anche la maggioranza di centrodestra. La società civile protesta, Confesercenti invece reclama “legalità”

La manifestazione contro la cancellata

La manifestazione contro la cancellata

Como, 10 settembre 2020 - Ancora una volta sul tema dell’assistenza a migranti e clochard i volontari sono tornati a far sentire la loro voce di fronte a Palazzo Cernezzi, indignati dalla proposta della Lega di realizzare un cancello di fronte a San Francesco per tenere lontani i senzatetto. Una mozione che oltre al Carroccio è sostenuta dalla Lista Rapinese, ma minaccia di spaccare in due la maggioranza dal momento che Forza Italia e Fratelli d’Italia sono nettamente contrari. In mezzo ci sono i consiglieri della Lista Landriscina che però difficilmente riuscirebbero a fare da ago della bilancia di fronte al voto compatto del resto del consiglio comunale.

Un muro contro muro che non sarebbe utile a nessuno, men che meno al sindaco, tanto che ieri fino all’ultimo minuto i pontieri delle varie forze politiche hanno lavorato per il rinvio della discussione, sostenendo che la proposta della Lega andrebbe congelata almeno finchè non si ottenga un via libera preventivo da parte della Soprintendenza.

Chi non fa marcia indietro è Confesercenti che anche ieri ha chiesto, come aveva fatto già due anni fa con una lettera indirizzata a sindaco e prefetto, di intervenire al più presto per evitare "la situazione di degrado umano che genera in conflitto sociali" tra clochard e migranti da una parte e residenti, operatori del mercato e passanti dall’altra. "Siamo assolutamente favorevoli a un’inferriata se è l’unico modo per impedire di accamparsi sotto San Francesco – spiega il presidente Claudio Casartelli – Il problema va risolto spostando le persone che hanno diritto a permanere sul territorio italiano in una struttura autorizzata dove possano dormire, lavarsi e possano essere seguite da professionisti per il loro reinserimento sociale. Le persone irregolari devono invece essere rimpatriate".

Dall’altra parte della barricata gli attivisti di Cominciamo da Como e Como Senza Frontiere. "La giunta Landriscina considera la situazione di chi è senza fissa dimora come un puro problema di ordine pubblico – hanno spiegato anche ieri di fronte a Palazzo Cernezzi - È chiaro quindi che con questo approccio non possiamo attenderci una soluzione alla questione che vada nella direzione di una soluzione reale dei problemi sociali della città, ma solo una guerra di propaganda contro le persone in difficoltà".