Campione d'Italia, i nomi dei 73 esuberi

A renderli noti il commissario prefettizio, in Comune resteranno in 15

Una delle numerose manifestazioni dei lavoratori

Una delle numerose manifestazioni dei lavoratori

Campione d'Italia (Como), 13 ottobre 2019 - Anche se    la maggior parte di loro se lo aspettava, ha comunque avuto l’effetto di un terremoto nell’esclave la pubblicazione dei 73 nomi degli esuberi dichiarati dal commissario prefettizio Giorgio Zanzi. Tecnicamente i dipendenti del Comune sono stati “messi in disponibilità”, ovvero inseriti nelle liste della pubblica amministrazione da cui gli altri enti pubblici possono attingere per completare il proprio organico. Alcuni di loro se n’erano già andati nei mesi scorsi, quando avevano realizzato che ormai in municipio a Campione per loro non c’era più posto. Alla fine ne rimarranno solo 15, anche se gli effettivi saranno 17 perché alcune figure saranno impiegate part-time.

Completamente smantellati i controllori del Casinò una qualifica che praticamente esiste, o forse sarebbe meglio dire esisteva, solo a Campione d’Italia, Venezia e Sanremo e che era utilizzata per designare gli impiegati distaccati alla casa da gioco per accertare le vincite. Siccome il casinò non c’è più, anche loro sono spariti. E pensare che negli anni d’oro se ne contavano trentasei.

Stessa  sorte per gli agenti del comando di polizia locale, se ne sono salvati solo un paio. I tagli in municipio arrivano dieci mesi dopo quelli alla casa da gioco che dal primo gennaio ha lasciato tutti a casa, anche in questo caso però la situazione è tutt’altro che risolta, visto che in duecento hanno impugnato il licenziamento o comunque tentato la conciliazione davanti alla Direzione regionale del lavoro.  I licenziamenti di tutti i dipendenti erano diventati effettivi dal primo gennaio 2019. I lavoratori avevano 60 giorni di tempo, dopo aver ricevuto la comunicazione del prossimo licenziamento, per manifestare l’intenzione di impugnare il procedimento, assicurandosi altri 180 giorni per adire alle vie legali.

La motivazione di fondo del ricorso è che – essendo stata la sentenza del tribunale di Como annullata dalla Corte d’appello di Milano, ed essendo dunque la società tornata in vita in attesa dei pronunciamenti della Corte di cassazione sui ricorsi che sono stati presentati – il loro licenziamento è illegittimo. In sostanza, non essendo stata definita la situazione del fallimento del Casinò, non può essere definito neanche il licenziamento dei lavoratori. La prima udienza, da parte di un gruppo di lavoratori, c’è già stata ed è stata aggiornata a fine ottobre. Non è detto che il tribunale non decida di riunire i procedimenti, che sono abbastanza simili tra di loro, per una decisione collettiva.