ANDREA GIANNI
Cronaca

Disabile ferito nel centro. Il gip non archivia: indagate: "Incuria su nostro figlio"

Quattordicenne preso di mira da un altro ospite a Tavernerio, lesioni e braccio rotto. Accolto il ricorso della famiglia che chiede di fare chiarezza. C’è un’altra denuncia.

Disabile ferito nel centro. Il gip non archivia: indagate: "Incuria su nostro figlio"

Disabile ferito nel centro. Il gip non archivia: indagate: "Incuria su nostro figlio"

Le indagini svolte dalla Procura di Como "appaiono incomplete" e, per questo, nei prossimi sei mesi su disposizione del gip dovranno essere effettuati nuovi e più ampi accertamenti nell’ambito di un procedimento nato dall’esposto dei genitori di un 14enne disabile che dal 19 marzo 2020 fino al novembre 2021 è stato ospite del centro di riabilitazione privato convenzionato Villa Santa Maria di Tavernerio. I genitori in diverse occasioni avevano notato sul corpo del figlio "ecchimosi, graffiature e morsicature" e avevano chiesto spiegazioni ai responsabili della struttura fino a quando, il 10 novembre 2021, il minorenne è finito al pronto soccorso dell’ospedale di Erba, dove è stata diagnosticata una frattura al braccio che sarebbe stata provocata da uno degli adolescenti ospiti della struttura, anche lui disabile. Episodi sui quali la Procura di Como aveva aperto un’inchiesta a carico di ignoti - per l’ipotesi di reato di maltrattamenti e lesioni personali - sfociata in una richiesta di archiviazione firmata dal procuratore di Como Massimo Astori, che non aveva riscontrato responsabilità "del personale sanitario" su "episodi sporadici riconducibili a liti" tra il 14enne e "altri ospiti della struttura" specializzata nella cura dell’autismo. E aveva trasmesso gli atti alla Procura per i minorenni di Milano, competente sulla posizione del ragazzo che ha provocato la frattura. I genitori del 14enne, assistiti dall’avvocato Piero Porciani, si sono opposti, chiedendo nuove indagini e puntando il dito sulla struttura per "omessa vigilanza" e "insufficienza di attenzioni da parte del personale sanitario" che non avrebbe protetto il giovane, poi trasferito in un altro centro dove ora "non ha alcun problema". Il gip di Como Cristiana Caruso ha accolto il loro ricorso, rigettando la richiesta di archiviazione e disponendo ulteriori indagini perché quelle finora svolte "appaiono incomplete".

In particolare, emerge dall’ordinanza, la Procura dovrà risentire la direttrice che in passato aveva minimizzato l’episodio riducendolo a una lite tra ragazzi, ascoltare testimoni tra cui il personale in servizio in quel periodo e svolgere nei prossimi sei mesi tutti gli accertamenti necessari per fare chiarezza. "Siamo soddisfatti per questa decisione – spiega l’avvocato Porciani – dal punto di vista giuridico e umano. Abbiamo intanto inoltrato una segnalazione alle autorità sanitarie, le fasce deboli vanno tutelate". Ma non è l’unico fronte giudiziario aperto. I genitori di un altro ragazzo, assistiti dall’avvocato Maria Rosaria Fascia, hanno sporto denuncia sostenendo che al figlio sarebbe stato applicato un "catetere esterno mai autorizzato", costringendolo "all’immobilità". Anche in questo caso la Procura ha chiesto l’archiviazione, la famiglia si è opposta e a giugno si discuterà davanti al gip.