PAOLA PIOPPI
Cronaca

"Immagini atroci in via Anzani". Dopo le risse il caso agita Como

"Qui mi gioco la faccia", aveva detto il sindaco in campagna elettorale. Identificate 29 persone

"Immagini atroci in via Anzani". Dopo le risse il caso agita la città

"Immagini atroci in via Anzani". Dopo le risse il caso agita la città

Como – La ragazza grida, più volte, il nome di uno dei due coetanei che hanno appena iniziato a picchiarsi. Si inseguono in mezzo alla strada, lanciano una bicicletta e poi si scagliano in quattro o cinque sul ragazzo finito a terra. Che riesce a sottrarsi, si allontana di qualche passo mentre un altro prende a calci la vetrina di un bar. Poi il tafferuglio prosegue, con grida, schiamazzi, tentativi di venire nuovamente alle mani. I residenti di via Anzani che, per l’ennesima volta, riprendono queste scene, chiamano le pattuglie. Una condizione di degrado e di invivibilità ormai fuori controllo.

Così frequente da far apparire quasi banale e ripetitivo il tentativo di ricordare ciò che accade giorno e notte in quell’angolo di Como che aveva spinto il sindaco Alessandro Rapinese, in campagna elettorale, a farne un punto di orgoglio e di grandi promesse: "Qui mi gioco la faccia", aveva detto ai cittadini di via Anzani, come ricorda Giovanni Frassi, consigliere di Svolta Civica, intervenuto ieri sulla questione assieme ai colleghi Alessandro Rossi e Simone Valsecchi: "Ci ricordiamo dei paragoni a Tijuana in campagna elettorale? Ci ricordiamo dell’attenzione data a questa zona? Oggi vediamo immagini atroci".

Nel frattempo la Questura, mercoledì, ha predisposto il controllo di due locali davanti ai quali è scoppiata una delle ultime risse, in quel caso per motivi di gelosia per una ragazzina contesa. Sono state identificate 29 persone tra italiani e stranieri, 19 delle quali sono risultate avere precedenti penali o di polizia. Inoltre un ventenne comasco era destinatario della misura alternativa dell’affidamento in prova, con il divieto di frequentare persone pregiudicate e i locali in cui si ritrovano.

I residenti continuano a sperare di avere un qualunque segnale di attenzione, ma nel frattempo il Comune non interviene e i soldati mandati dal Governo, vanno nei boschi, nelle stazioni, in piazza Duomo tra i turisti. Mai in via Anzani, dove le pattuglie vengono chiamate da chi sente le grida arrivare fino in casa. Dove la auto devono stare attente a evitare i vetri delle bottiglie spaccate e i pedoni rischiano di vedersi scagliare addosso oggeti lanciati da spacciatori o da ragazzini ubriachi.