
Il casinò di Campione d'Italia
L’unica via per rimettere in sesto il bilancio comunale di Campione d’Italia sarà alienare l’intero patrimonio, o quasi, di proprietà comunale. È l’indicazione a cui sono approdati i tecnici del Viminale dopo il vertice che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma con la delegazione capitanata dal sindaco Roberto Canesi. Sul tavolo c’era la spinosa vicenda dalla bocciatura da parte delle sezioni unite della Corte dei Conti, del piano di riequilibrio finanziario presentato nei mesi scorsi. Nonostante il bilancio della casa da gioco tornato in attivo e i tagli draconiani degli anni scorsi, che hanno portato il Comune a rinunciare all’80% del proprio personale, la magistratura contabile ha ritenuto che non vi fossero lo stesso sufficienti garanzie.
Il sindaco e il staff hanno provato a suggerire al Viminale la concessione di un contributo superiore ai 10 milioni di euro annui concessi con una legge dello Stato fino al 2047 per compensare i disagi dovuti al tasso di cambio, ma la risposta è stata negativa. L’unica soluzione sarà cedere il patrimonio immobiliare del Comune, impresa tutt’altro che scontata specie dopo che le prime due aste sono andate deserte. Per attirare gli investitori è stato deciso di ricorrere alla trattativa privata dando una sforbiciata ai prezzi.
Il Comparto R1-R2 ovvero l’area che comprende la zona Fornace e Porto Turistico Riva Galassi, il boccone più pregiato passerà da 13 milioni di franchi a 12,8 milioni (12,6 milioni di euro), per Villa Franchini si scende da 1,1 a 1 milione di franchi, per Villa Mimosa si passa da 4,5 a 3,7 milioni, per lo stabile che ospitava il comando della Polizia municipale, proprio alle spalle del Casinò, la richiesta è scesa da 2,4 a 2 milioni di franchi.