Campeggio in fase di sgombero I Vicini di casa chiedono tempo

L’ordinanza del Comune rischia di mettere in mezzo alla strada una sessantina di persone fragili. L’associazione invoca una proroga. Pd e Svolta civica contro la decisione della giunta Rapinese

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di Roberto Canali

Uno sgombero solo annunciato che già divide quello del camping “No stress“ in via Cecilio, diventato suo malgrado rifugio per una sessantina di persone fragili, molte che rischiano di finire a dormire per strada. Palazzo Cernezzi per ora non intende sentire ragioni ed è pronto a dare una mano solo agli ospiti comaschi, otto, chiamando gli altri Comuni a fare la loro parte, per ora però sembra che nessuno si sia fatto avanti.

"Sono persone con difficoltà economiche o storie complicate, con problemi di salute o disabilità, tutti italiani che, per diverse ragioni, non hanno potuto trovare in autonomia un alloggio migliore e magari non hanno i requisiti di legge per accedere a una casa popolare. E quindi bisogna dare risposte diverse – hanno preso posizione contro l’ordinanza di sgombero Pd e Svolta Civica –. Questo caso indica che la nostra città al momento non ha soluzioni di residenza sociale temporanea, dove ricoverare le persone che all’improvviso si trovano nel bisogno immediato di un tetto. Un tempo c’era la struttura di Prestino ma non è stata messa a disposizione una alternativa".

Il suggerimento al sindaco Rapinese è di provvedere al più presto alla realizzazione di un dormitorio, che però non sembra tra le priorità dell’amministrazione. "Alcuni appartamenti comunali sono stati affidati a enti del terzo settore per essere destinati a situazioni di difficoltà sociale ma ci vorrà ancora del tempo. Nel frattempo, il Comune potrebbe sondare l’Asst per verificare la possibilità di utilizzare i padiglioni del vecchio Sant’Anna almeno nei casi di emergenza assoluta, se non è disponibile un’alternativa".

Invoca una proroga anche l’associazione “Vicini di strada“ che raccoglie una decina di enti del volontariato come Croce rossa, Como Accoglie, Piccola casa Ozanam e Associazione don Guanella. "È impossibile pensare che in 24 ore, seppur con il sostegno dei servizi sociali, gli ospiti del camping, ancor più se fragili, possano trovare una sistemazione alternativa".