Botte come “metodo“ Gli tolgono i figli

Il più grande chiede aiuto al Telefono Azzurro. I quattro di 3, 8, 11 e 14 anni. sono stati allontanati

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Le botte per i voti a scuola più bassi delle aspettative, le cinghiate per non aver tolto le scarpe al rientro a casa, perché non riordinava le sue cose o perché il sabato si svegliava un po’ più tardi. Calci e pugni, insulti e denigrazioni che il padre riservava al figlio maggiore, ma che non risparmiavano anche i più piccoli. Un metodo educativo nel quale i genitori, originari del Marocco, credevano fortemente, come l’unico possibile per crescere i figli secondo criteri di rettitudine. E che ora gli sono valsi una misura cautelare di allontanamento dalla casa di famiglia e dai figli di 3, 8 e 11 anni, ma soprattutto dal maggiore, un ragazzino di 14 anni che ha denunciato cosa accadeva quotidianamente in casa sua.

È stato il continuo confronto con i compagni di scuola e con gli amici, a fargli capire che la vita degli altri era diversa dalla sua. A fargli desiderare di essere come quelle "famiglie normali", dove genitori e figli "si sostengono e si vogliono bene", mentre lui era arrivato ormai a non sopportare più quella violenza costante. Ha chiamato il Telefono Azzurro, si è confidato con la madre della sua fidanzatina, ha lasciato un biglietto nella cassetta dell’ascolto psicologico a scuola.

Una richiesta di aiuto raccolta dalla Squadra Mobile della Questura di Como: gli investigatori hanno parlato con il ragazzino, si sono fatti raccontare delle aggressioni che subivano sia lui che i fratelli, con la madre spesso impassibile, mentre altre volte era lei a picchiare le bambine. Hanno sentito altre testimonianze, visto i video girati dal quattordicenne.

Ora i quattro figli sono stati allontanati dai genitori, su richiesta del sostituto procuratore Antonia Pavan, e messi in strutture protette, i genitori hanno riottenuto la possibilità di tornare a casa dopo l’interrogatorio con il giudice.

Pa.Pi.