Como, dalle prove di forza alle rapine con minacce: piccoli, ma cattivi da far paura

L’iperbole criminale dei baby banditi: una carriera da gangster

Una delle rapine della baby gang

Una delle rapine della baby gang

Como, 1 febbraio 2019 - Dai furti di cibo e bibite al supermercato,si era arrivati alla rapine agli adulti, o ai saccheggi di auto e garage di abitazioni private. Tutto nel giro di poche settimane, commettendo reati ogni giorno, e aumentando il numero di ragazzini che si lasciavano attirare da queste imprese. Una spregiudicatezza e «un’escalation criminale» che non sono sfuggite agli inquirenti che, a partire dal luglio scorso, hanno indagato sulla «Baby Gang di Como». Mercoledì mattina sono stati eseguiti 17 provvedimenti di custodia cautelare, che hanno portato al Beccaria 5 ragazzi, altri 7 affidati a comunità e tolti alle famiglie, mentre per 5 è stata decisa al permanenza nella propria abitazione, con il divieto di uscita, anche per andare a scuola. Domani il gip inizierà gli interrogatori di garanzia, e contestualmente gli avvocati potranno avanzare le loro richieste, di eventuale attenuazione dei provvedimenti.

I primi episodi denunciati riguardavano incursioni nei negozi o nei centri commerciali, per quanto già realizzati con modalità anomale: in gruppi anche di una decina di ragazzi, tutti lanciati a rubare qualcosa, anche di poco conto o di nessun interesse per loro: un sacchetto di patatine, tre lattine di birra, una focaccia. Ma erano le prime prove di forza: i titolari dei negozi, o gli addetti alla sicurezza, si trovavano nell’impossibilità di bloccare tutti quei ragazzi, che la facevano franca. Alcuni di loro avevano solo 13 anni, i più giovani ma, allo stesso tempo, i più spregiudicati, come hanno dimostrato anche le azioni successive. A loro, i reati vengono contestati solo a partire da qualche mese dopo, quando hanno compiuto i 14 anni, diventando perseguibili.

Nel frattempo la banda, sempre più numerosa, aveva iniziato a diventare protagonista di episodi commessi anche più volte al giorno: mentre in tre o quattro aggredivano a rapinavano un coetaneo, altri cinque o sei commettevano un furto, oppure se ne andavano in giro su biciclette rubate. In breve tempo, le contestazioni sono cresciute di pericolosità, scatenando la preoccupazione degli inquirenti, Squadra Mobile della Questura di Como – che mercoledì ha eseguito 11 provvedimenti - e carabinieri di Como, che hanno eseguito gli altri 6. A metà luglio, due tredicenni assieme a due amici più grandi, avevano circondato il cliente di un supermercato che stava pagando alla cassa automatica, sottraendogli 40 euro di resto erogati dalla macchina. Gli stessi che ad agosto hanno saccheggiato merce di marca Gucci da un negozio di moda del centro città. Ma gli episodi ancora più sgradevoli e preoccupanti, riguardavano le aggressioni ai coetanei, che avvenivano sempre in luoghi pubblici: in centro città, sui bus, all’interno di centri commerciali. Ragazzini minacciati e rapinati di ciò che avevano addosso: non solo telefoni, auricolari o banconote, ma anche le scarpe, o gli 80 centesimi trovati nelle tasche di un adolescente immobilizzato dal branco. Vittime che con grande difficoltà hanno raccontato questi episodi alla polizia, ricordando ancora le intimazioni subite.