FEDERICO MAGNI
Cronaca

Como, a 185 all’ora sulla A9. Anche il "pilota" ticinese resta senza patente

All’alt trova gli agenti della cantonale con la polizia di Como

Viaggiava a 185 chilometri orari a bordo della sua Audi

Como - Anche gli svizzeri con il piede pesante finiscono imbrigliati nelle maglie dei controlli sulle strade italiane. Capita così che ne paghino le conseguenze direttamente sul posto e con conseguenze anche in patria. Viaggiava a 185 chilometri orari a bordo della sua Audi Q8 in direzione della dogana svizzera il cittadino ticinese immortalato dall’occhio del telelaser posizionato nell’area di servizio Lario Est. Fermato dalla Polizia stradale di Como alla barriera, per sua grande sorpresa, si è visto applicare immediatamente la sospensione della patente sia in Italia che in Svizzera anche dagli agenti della Cantonale che stavano collaborando con la polizia italiana a un pattugliamento lungo l’autostrada in provincia di Como. Il conducente è stato costretto anche a saldare immediatamente il conto della sanzione.

Grazie proprio a questo tipo di collaborazione fra forze di polizia infatti la stradale di Como partecipa a controlli effettuati dalla cantonale sulle strade del Ticino, soprattutto quando gli automobilisti che non rispettano le regole sono cittadini italiani. E così viceversa, come è accaduto l’altro giorno quando l’Audi con targa svizzera è sfrecciata a tutta velocità sulla A9. Il fatto che gli automobilisti ticinesi riescano a passarla liscia da pedaggi e autovelox ormai è più che altro una suggestione, anche grazie all’introduzione di controlli come questi, tanto che le sanzioni, come nel caso della A9, diventano immediatamente “reciproche“. Quando viene segnalata la problematica sulla patente in Italia, infatti, anche in Svizzera l’automobilista viene sanzionato automaticamente. Un caso analogo a quello ad esempio dei pedaggi della Pedemontana, dove fino a qualche tempo fa erano ancora centinaia le multe inevase. Ultimamente invece le sanzioni stanno arrivando puntali anche in Ticino dopo che il tracciamento degli automobilisti è stato affidato a un’azienda esterna. Meglio pagare quindi per evitare gli stessi guai onoresi in cui incappano i conducenti italiani quando sgarrano sulle strade ticinesi.