Asso, spara al comandante in caserma e si barrica: "Stanno trattando"

Il brigadiere Antonio Milia avrebbe ucciso Doriano Furcieri. Il sindaco: "Siamo sconvolti"

Asso, i carabinieri intorno alla caserma

Asso, i carabinieri intorno alla caserma

Asso  (Como) - A guardarla dalla piazza del Mercato, appena dietro i campi di calcio del centro sportivo dove ieri sera i ragazzi hanno smesso di giocare, la caserma di via dei Praeli appare come la fortezza Bastiani del Deserto dei Tartari, enorme e sinistra, illuminata a mala pena dalla luce gialla di un faro.

«È sotto quel lampione – indica con un gesto un signore di mezza età che è arrivato fin qui da Proserpio –. Quando ho saputo che avevano sparato al comandante non sono riuscito a rimanere a casa, era una brava persona, sempre disponibile e molto bravo nel suo lavoro. Ma qui tutti sono brave persone, questa è una Stazione di paese, qui ci si conosce tutti. Qualcuno sa come sta? È ferito in maniera grave? L’ho chiesto ai ragazzi di guardia a un posto di blocco, ma mi hanno mandato indietro senza rispondere". Anche lui come le altre 50 persone che ieri sera si sono radunate nel piazzale sa poco o nulla. Tutti con gli sguardi puntati verso la caserma da dove, ogni tanto, arrivano delle urla indistinte. "Sono le squadre speciali che stanno facendo irruzione – dice un altro –. Adesso lo portano fuori". Poi solo silenzio. "No è ancora lunga, stanno trattando, vogliono convincerlo ad arrendersi".

Difficile immaginare che quello asserragliato là dentro, sia il brigadiere Antonio Milia. "Era un ragazzo tranquillo, viveva da anni qui con la moglie e i figli. Una persona seria e gentile". Qualcuno si chiede se là dentro, nella fortezza Bastiani, ci siano anche le famiglie dei carabinieri, le mogli e i figli.Ho sentito urlare “papà“. Ci sono anche i civili", afferma qualcuno, ma subito un altro è pronto a smentirlo, sostenendo che hanno fatto uscire tutti. Invece qualcuno nella caserma c’è perché Antonio Milia dopo aver ucciso il suo comandante Doriano Furceri ha preso i suoi colleghi sotto ostaggio, chi è dove è impossibile saperlo. Sono muti i carabinieri che hanno circondato l’intera area e hanno spento anche i lampeggianti delle auto, perché nessuno la dentro si innervosisca e perda il controllo, che già troppo è successo.

«Siamo sconvolti, sappiamo ancora pochissimo di quel che è accaduto all’interno della caserma – spiega il sindaco Tiziano Aceti che da ieri pomeriggio ha messo a disposizione la sala consigliare trasformata in un comando operativo dagli uomini dell’Arma che da lì hanno cercato di prendere i contatti con Milia e indurlo a ragionare –. Non ci siamo accorti di niente in paese finché non abbiamo visto iniziare ad arrivare le ambulanze a sirene spiegate e le auto dei carabinieri. Conoscevo il comandante Furceri, anche se non era qui da molto avevamo un buon rapporto: era un professionista molto serio, un carabiniere che sicuramente viveva il suo lavoro come una missione".

Chiusi in casa con le finestre abbassate anche gli abitanti delle vie vicine. "Dicono che si sono sentiti tre colpi – spiega un vicino – ma io che vivo qui non ho sentito nulla. A quell’ora c’è molto traffico lungo la provinciale, ci sono le persone che rientrano dal lavoro e poi i ragazzi che giocano a calcio". Non ieri sera, appena si è saputo quel che era accaduto hanno allontanato in fretta e furia anche loro. Qualcuno è tornato in serata, ancora con la tuta addosso e le scarpe da ginnastica ai piedi. Ieri ad Asso nessuno è andato a dormire presto.