Anziana caduta dalla finestra, colf a processo

La 26enne ucraina Krystyna Mykhalchuk è assente in aula per l'omicidio di Rosanna Aber, sua ex datrice di lavoro. L'accusa sostiene che l'abbia spinta dalla finestra dopo essere stata scoperta a prelevare denaro con il bancomat. La vittima aveva programmato un viaggio e annotava accuratamente le spese. La difesa sostiene che si tratti di una disgrazia.

Anziana caduta dalla finestra, colf a processo

Anziana caduta dalla finestra, colf a processo

Krystyna Mykhalchuk non è presente in aula. Difesa dagli avvocati Pezzotta e Pelillo, la 26enne ucraina è rimasta a casa agli arresti domiciliari a Scanzorosciate, dove vive con il marito (che verrà sentito) e la figlioletta. Prima udienza in Corte d’assise (presidente Ingrascì, a latere Nava) del processo in cui la 26enne è imputata dell’omicidio di Rosanna Aber, 77 anni. Era la sua colf e secondo l’accusa la fece cadere dalla finestra di casa, al quarto piano in via Einstein, al quartiere Colognola, dopo che l’anziana scoprì che la giovane le aveva prelevato del denaro con il bancomat a sua insaputa. La vittima voleva denunciarle, lo aveva confidato all’impiegata dell’agenzia viaggi dove aveva prenotato una vacanza a Tenerife con la sorella e il cognato. Prima era stata in banca. La caduta dalla finestra risale al 22 aprile 2022, l’imputata venne arrestata il 15 novembre 2023 in esecuzione dell’ordinanza del gip. In aula erano presenti la sorella della vittima, Letizia Aber, la figlia e un figlio, parti civili con l’avvocato Zonca. Il giorno della caduta tutti pensarono a una disgrazia "non certo a un gesto volontario", anche per il fatto che la 77enne aveva programmato un viaggio. Il marito era morto da sette mesi, dopo averlo accudito a lungo. I famigliari descrivono Rosanna Aber come una donna precisa. "Mia mamma – dice la figlia - in un quaderno annotava tutte le spese che faceva, l’ultima è stata di 14 euro in farmacia. Accanto ad alcuni prelievi di bancomat aveva annotato un punto di domanda, prelievi che non le tornavano". Tre prelievi dell’importo di 600 (due) e 800 euro nel giro di una quindicina di giorni. L’imputata, che aveva debiti di gioco, parlerà davanti ai giudici fornendo la sua versione dei fatti, era ancora in prova dalla vittima. I pm Emanuele Marchisio e Guido Schininà, che hanno coordinato le indagini della Squadra mobile, sono convinti che non fu una disgrazia o un gesto volontario. Francesco Donadoni