
Il sito delle Terme Romane di Como in cui sono state trovate tracce del terremoto
Le popolazioni romane che abitavano l’antico territorio dell’Insubria sono state sconvolte, nel VI secolo dopo Cristo, da un devastante terremoto con epicentro nelle Alpi meridionali occidentali europee. Le tracce del sisma sono state rilevate oggi dal un gruppo di sei ricercatori guidati da Alessandro Maria Michetti, geologo strutturale del Dipartimento Scienza e alta tecnologia dell’Università dell’Insubria.
L’Insubria è una regione storica che attualmente copre o tocca l’attuale Lombardia centro-settentrionale, le regioni del Piemonte nord-orientale e parti della Svizzera. Fu romanizzata intorno al 220 avanti Cristo durante le guerre Romano-celtiche.
La scoperta è stata possibile grazie al ritrovamento di evidenze paleosismiche e archeosismiche provenienti da diversi siti, confermate anche da alcune cronache storiche. Il gruppo di studio ha documentato nella città di Como deformazioni osservate in una sequenza stratigrafica nel sito di via Manzoni e nel sito archeologico delle Terme Romane.
Attraverso queste analisi è stata identificata un'attività sismica pregressa. Poi, utilizzando la tecnica “Structure from Motion” e rilievi sul campo, sono stati rilevati gli effetti archeosismici del terremoto nelle Terme Romane.
Le deformazioni osservate, si legge nel comunicato dell’Università dell’Insubria “sono state interpretate come conseguenza delle scosse sismiche, fornendo così importanti informazioni sulla soglia minima per l'attivazione di tali evidenze. Grazie a datazioni al radiocarbonio e vincoli cronologici derivanti dal sito archeologico, è stato possibile collocare temporalmente le deformazioni nel VI secolo dopo Cristo”.
I ricercatori hanno poi ampliato l’orizzonte d’indagine esaminando altre evidente paleosismiche pubblicate nei laghi svizzeri e italiani settentrionali e sono riusciti a identificare la magnitudo e la posizione ipocentrale di un terremoto.
Conclusione? “I risultati dello studio indicano che un terremoto finora non documentato, con una magnitudo minima di Mw 6,32, ed epicentro situato al confine tra Italia e Svizzera potrebbe essere responsabile di tutti gli effetti osservati. Lo studio sottolinea la necessità di migliorare la caratterizzazione del pericolo sismico locale, soprattutto considerando che questa regione sembra impreparata ad affrontare gli effetti di un potenziale terremoto simile a quello avvenuto nel VI secolo dopo Cristo”.