
La ‘ndrangheta, da una ventina d’anni protagonista delle più feroci vicende criminali del territorio comasco, prima di affermarsi in...
La ‘ndrangheta, da una ventina d’anni protagonista delle più feroci vicende criminali del territorio comasco, prima di affermarsi in Lombardia e nel ricco territorio comasco, ha seguito un preciso percorso: quello arrivato dalla Calabria con i suoi modelli e le sue rigide strutture di gestione del comando, legate ai nomi delle famiglie che al Nord si sono subito presentate con il biglietto da visita della prevaricazione. Una ricostruzione socio-criminale che emerge dal libro appena arrivato in libreria “Andros Agathos“, dell’ispettore di polizia Giuseppe Peluso (nella foto), per 25 anni in servizio alla Questura di Como e in particolare alla Squadra Mobile. La presenza progressiva della criminalità calabrese nel Comasco, viene ricostruita facendo riferimento alle gradi famiglie del Sud, e alla loro capacità di diventare subito protagonisti, con i loro emissari al Nord, dei crimini più redditizi nei diversi momenti storici: dai sequestri di persona alla grossa distribuzione della droga, fino a passare alle estorsioni e alla recenti infiltrazioni nei rami di azienda con le imposizioni dei servizi logistici, di pulizia di sicurezza. Se i fatti più recenti sono ancora presenti nella attuale memoria di chi legge, diverso è per gli accadimenti degli anni Ottanta, quando la provincia di Como fu teatro di una serie di omicidi che sembrava non finire. Tutte persone legate alla criminalità che venivano uccise a colpi di arma da fuoco con azioni plateali. Due sono state le grandi operazioni di polizia che hanno creato un forte spartiacque nella gestione del territorio, e nella capacità di fotografare "locali", le strutture di comando territoriale, riti di affiliazione e mentalità gerarchiche granitiche: dapprima i Fiori di San Vito del 1994, e Crimine-Infinito del 2010. Capaci di far emergere organigrammi attivi ancora oggi.
Paola Pioppi