A Como è emergenza abitativa . Ma un alloggio su quattro è sfitto

COMO Oltre un quarto degli immobili di proprietà del Comune è vuoto nell’attesa di una messa a norma che, in...

A Como è emergenza abitativa . Ma un alloggio su quattro è sfitto

A Como è emergenza abitativa . Ma un alloggio su quattro è sfitto

Oltre un quarto degli immobili di proprietà del Comune è vuoto nell’attesa di una messa a norma che, in molti casi, viene rinviata da anni. Una situazione inaccettabile in una città dove per permettersi una casa, non solo in centro ma anche in periferia, è necessario poter disporre di un reddito che molte famiglie, anche con un lavoro a tempo indeterminato, non riescono a pagare. "I dati che riguardano l’emergenza abitativa a Como sono tutt’altro che incoraggianti - denunciano Patrizia Lissi e Stano Fanetti, consiglieri comunali del Pd - Oggi, con l’aumento del costo della vita e delle abitazioni, che registrano impennate anche sul territorio di Como e provincia, le famiglie fanno sempre più fatica a permettersi una casa. Ma a rendere ancor più preoccupante il quadro è la situazione dell’edilizia residenziale pubblica, sulla quale ci siamo già espressi più volte in passato". Secondo i dati raccolti dalla Uil il Comune di Como può contare su un patrimonio di 777 immobili destinati ad alloggi di edilizia pubblica residenziale, ma di questi solo 506 risultano occupati con una regolare assegnazione: altri 11 sono occupati abusivamente, e altri 39 attendono di essere messi a norma già da quando a Palazzo Cernezzi c’era il sindaco precedente, Mario Landriscina. Solo quattro appartamenti sono stati ristrutturati e altri 221 sono vuoti e in attesa di essere messi a norma. "Si tratta del 28%, ovvero più di un alloggio su quattro, che potrebbero dare riparo e respiro alle tante persone in difficoltà presenti sul nostro territorio - proseguono gli esponenti del Pd - A luglio, l’amministrazione comunale ha frettolosamente approvato una convenzione con Aler per il passaggio di 297 alloggi, consegnando alle minoranze all’ultimo momento la documentazione sul tema e di fatto liquidando con leggerezza una questione particolarmente importante, in quanto interessa la porzione di cittadinanza più fragile. E nei mesi a venire non sembra essere stato dato maggior peso al problema. Il passaggio ad Aler non deve essere un disimpegno del Comune, che ha il dovere di occuparsi della crisi abitativa e di dare risposte ai propri cittadini, in un periodo storico tutt’altro che semplice". Tanto più che le spese di ristrutturazione saranno comunque a carico del Comune, visto che Aler si occuperà della gestione ordinaria. Roberto Canali