GIULIANA LORENZO
Sport

Vanessa Ferrari, le lacrime: "Non è stata sfortuna, ma ci dovevo provare"

L’ennesimo infortunio subìto ha cancellato i sogni olimpici della ginnasta e ha messo fine alla sua carriera

Vanessa Ferrari

Vanessa Ferrari

La musica per l’esercizio al corpo libero l’aveva già scelta, ma a Parigi non risuonerà: come canta Ligabue "è andata come poteva, come doveva".

Vanessa Ferrari ha provato in tutti i modi a disputare la sua quinta Olimpiade (ipotetica, l’ultima scelta spettava al direttore tecnico Casella). Non sarà possibile per l’ennesimo infortunio: in carriera ne ha avuti una sfilza, che ricorda tutti, a partire da quelli ai tendini d’Achille. L’ultimo volo della Farfalla di Orzinuovi non sarà sulla pedana di Parigi, forse saluterà con un evento ad hoc o proverà a rimanere nel mondo ginnico.

Vanessa, come vive la rinuncia a Parigi?

"È una delusione, mi sono allenata tanto e ho perso tutto per un piccolo infortunio: se ci fosse stato più tempo avrei recuperato. Avevo messo in conto che sarebbe potuto accadere. A dicembre, ho avuto un’influenza che mi ha messo ko, non mi ero mai ripresa, stavo meglio ma non benissimo: penso che questo mi abbia portata ad avere un infortunio muscolare dopo l’altro. Ho avuto una lesione importante a febbraio al polpaccio destro, ha fatto fatica a rimarginarsi, l’ok è arrivato dopo quasi tre mesi e dopo c’è stata un’altra piccola lesione, alla stessa gamba, al bicipite femorale. Non mi sono fermata e prima degli Assoluti è arrivata la lesione, forse per i carichi un po’ troppo veloci. Non so cosa avrei potuto fare di più, ho dato il massimo e credo di aver spinto il fisico più di quanto si potesse. L’amarezza rimane e rimarrà, ma sono felice di aver fatto questo percorso. È andata così, se avessi fatto diversamente, sarei rimasta delusa per non aver provato fino in fondo".

Ha capito subito che l’infortunio l’avrebbe fermata?

"Avevo già male al polpaccio dal venerdì, ed è successo di mercoledì. Non c’è stato un momento preciso, in allenamento avevo spinto e quando mi sono fermata ho sentito male. Ho gestito il lavoro, quel giorno c’era un test per gli Assoluti: Enrico (Casella, ndr) mi aveva detto che potevo semplificare ma il polpaccio era messo male. Meglio lì che in gara perché ho controllato il salto, sapevo come stavo cadendo. Ho sempre spinto il fisico al limite e poche volte ha ceduto, però le volte che l’ha fatto… non è bello, come quando mi sono rotta il tendine nel 2017".

Ha mai pensato a un po’ di sfortuna?

"Penso che non sia questione di sfortuna, ma di gestione. Ero conscia del problema, erano mesi che non stavo bene. Ho avuto sfortuna ad essere stata male a dicembre con qualcosa che è andato avanti così tanto. Il muscolo era al limite, non so quanto avrebbe retto".

Tutte le volte si è sempre rialzata, ora la sua carriera finisce…

"Non è questione di non riuscire a rialzarmi, è una decisione che ho preso perché credo sia arrivato il momento di cambiare. Ho dedicato un’intera vita allo sport, ma soprattutto all’essere atleta, e non è una vita facile psicologicamente e fisicamente, ho avuto tantissimi infortuni, ma avrei sopportato il dolore come a Tokyo. La ginnastica è uno sport traumatico, arrivo da una carriera lunga e quando ho iniziato l’attrezzatura non era come oggi, mi porto dietro quei carichi di lavoro".

Ci sarà un addio in pedana?

"Mi piacerebbe fare un evento per celebrare la mia carriera e vedremo se si ci sarà l’occasione giusta nel 2024".

Rifarebbe tutto?

"L’unica cosa che forse vorrei cambiare è la gestione del mio fisico, tanti problemi li ho da quando sono piccola. Adesso le attrezzature sono migliori, ci sono i trattamenti da fisioterapisti...Da giovane saltavi fino a quando il problema non era evidente, ora c’è più prevenzione".

Un termine per la sua carriera?

"Se non avessi avuto la determinazione che ho non sarei riuscita ad andare avanti, oltre che dopo gli infortuni, dopo i due quarti posti consecutivi alle Olimpiadi. Dico determinazione e perseveranza".

Cosa farà ora?

"Sapevo che con o senza Olimpiade avrei smesso: tra Tokyo e Parigi non volevo arrivare, sì sono atleta Esercito, senza sapere che altro potessi fare. In questi anni ho creato qualcosa, come i camp che faccio l’estate con i ragazzi a Lignano e il brand di abbigliamento. Ci sono altri progetti che mi piacerebbe realizzare. Sarà da capire se ci sarà un posto in palestra, in Accademia, se si troverà un ruolo".

Come vede le azzurre della ginnastica a Parigi?

"La squadra è forte: all’Europeo hanno vinto l’oro, si può giocare per il podio e poi chissà. Spero che possano godersi l’esperienza, auguro di riuscire a dare il massimo ed è giusto che arrivi ciò che si meritano in quel momento, essendo soddisfatte".

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